CASERTA – Un gruppetto di sinistri manifestanti s’infiltra al comizio della Meloni in piazza Dante a Caserta, con manifesti che ironizzavano sugli slogan di Fratelli d’Italia, esempio:”Pronti a legalizzare la cannabis” o”Pronti ad approvare il Ddl Zan”del tutto identici, come grafica, a quelli che riportano gli slogan ufficiali di Fdi.
Ma andiamo per ordine. Giorgia Meloni arriva a Caserta in una piazza gremita, per l’ennesimo comizio e confessa alla folla che la sostiene e attende da ore: “Ve lo dico perché siamo tra amici, sono stanca. Non posso fare quegli urli per i quali sono famosa nel mondo…”. Quindi parla della sinistra che ha il terrore di perdere il suo sistema di potere. E’ un tasto sul quale la leader di FdI ha battuto durante tutto il suo tour elettorale. Ad un certo punto da un lato della piazza si leva qualche urlo di un gruppetto di contestatori che sono soliti e conosciuti in città per tali esibizioni. Lei fa finta di niente e prosegue. Parla del reddito di cittadinanza e ribadisce quelle che sono le critiche di Fratelli d’Italia. La piazza si scalda: tra sostenitori, la stragrande maggioranza, che applaudono e isolate grida di disturbo.
A un certo punto, dopo venti minuti dall’inizio del discorso, mentre la leader di FdI Meloni sta parlando del caro bollette, qualcuno tra i sostenitori della stessa è disturbato dai sinistri infiltrati che tentano di provocare. La leader FdI dal palco attenta, lo nota e si interrompe: “Allora, fermi tutti, vi prego – grida – lasciateli stare, stanno cercando questo, la sinistra vuole questo, vuole che ci siano degli incidenti, per dire che noi siamo provocatori”. “Per me – continua – possono strillare quanto vogliono, non me li filo per niente. Voi non li guardate, se voi vi girate loro hanno ottenuto il loro risultato. Poi stasera chiederò di nuovo al ministro Lamorgese se si può fare una campagna elettorale così perché adesso mi sono stufata. L’incompetenza è una cosa, ma c’è un livello oltre il quale uno deve pensare che lo stanno facendo apposta…”. Un duro attacco al Viminale per poi continuare col comizio sempre interloquendo con la folla che la applaude. E sempre con l’ironia che la contraddistingue: “Non mi fate gridare che ora mi fanno quelle foto in cui urlo e ho le vene di fuori che sembro una pazza”. E alla fine ringrazia e dice: “Fatemi tornare a casa prima che mia figlia si addormenti…grazie”.
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