Ravanusa -Sono due i documenti che palesano importanti retroscena sul ricovero di Dario Musso, il 33enne di Ravanusa sottoposto a TSO lo scorso 2 maggio dopo aver preso un megafono per gridare che “non c’è nessuna pandemia”.
Il primo è la “proposta” di trattamento obbligatorio redatta da due medici, il secondo, l’ordinanza del sindaco Carmelo D’Angelo.
L’avvocato di parte Francesco Catania li ha esaminati e poi diffusi come si evince dal video
Diversi gli aspetti che emergono dalla vicenda, avvalorati dal video amatoriale realizzato da una testimone oculare.
E’ alquanto alterata, diremo menzoniera la proposta di TSO si legge che il ragazzo sarebbe stato in preda a “scompenso psichico con agitazione psicomotoria”, proprio nel video il giovane senza fare resistenza, ma affidandosi si lascia sopraffare dalle Forze dell’Ordine pensando che sarebbe stato condotto solo nella vicina caserma.
I medici intervenuti attestano in un documento che il soggetto è in preda ad “alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici”, e affermano di aver “accertato che il paziente rifiuta gli urgenti interventi terapeutici richiesti dal caso”.
Ma quali interventi Musso avrebbe rifiutato, sempre che la somministrazione di un TSO fosse attinente?
“Le misure sanitarie extraospedaliere adottate – recita inoltre il pre-stampato su cui si sofferma anche l’avvocato Catania non risultano attualmente idonee”.
Altro segno burocratico, quest’ultimo, di quell’invito a ricevere assistenza che Musso avrebbe dovuto avere prima di subire un trattamento coatto. Invito che, a giudicare dal video, non è mai stato espresso.
In poche parole le due dottoresse propongono un trattamento ospedaliero presso il Servizio psichiatrico dell’Ospedale di Canicattì che nei fatti, stando a quanto riferito ancora dal fratello e legale, si traduce in una degenza caratterizzata da arti superiori e inferiori legati, catetere, feci rilasciate sul posto, flebo e cibo somministrato da personale infermieristico.
L’ attivista Dario meritava tutto questo per il solo fatto di aver preso il megafono o per aver reagito una settimana prima a un controllo manifestando tutto il suo dissenso per il sistema di restrizioni in atto?
Secondo chi ha firmato l’odinanza, ovvero il sindaco Carmelo D’Angelo, SI.
E’ lui a firmare in calce l’ordinanza in cui viene recepita la proposta della dottoressa Maria Grazia Migliore, e a sottoscrivere tutto quanto “rilevato” dal personale medico.
Con un’apparente scappatoia: “Chiunque – si legge nel provvedimento – può rivolgere al sindaco richiesta di revoca o di modifica del presente provvedimento”.
Una sorta di scaricabarile che, tuttavia, visti i tempi stringenti imposti non avrebbe comunque permesso ai familiari o a chiunque altro di opporsi. Secondo D’Angelo sussistevano, infatti, “evidenti ragioni di celerità di esecuzione del provvedimento”, tali da impedire, perfino, l’accesso agli atti, e tali da “non dover procedere alla comunicazione di avvio del procedimento”.
Caro amico prima che caro lettore, CasertaKeste.it ti ricorda che nella Costituzione sono regolati i Diritti inviolabili del cittadino. Essi riguardano il proprio domicilio, cioè il posto dove si abita: è il padrone o la padrona di casa che decide chi vi può accedere e cosa si può fare al suo interno. Ogni cittadino può circolare liberamente all’interno del territorio nazionale (Art.16), riunirsi pacificamente anche in pubblico (Art. 17), professare la propria religione (Art.19) senza limitazioni (Art. 20). Diritto inviolabile è l’espressione del proprio pensiero in forma scritta o parlata (Art.21). Secondo l’Articolo 32 della Costituzione, nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario (tamponi, vaccini, test, ecc.) se non è previsto dalla legge per gravi e documentati motivi. Allo stesso modo, può astenersene se le sue convinzioni religiose o sociali non gli consentono di ricevere trattamenti sanitari. Uno governo Democratico consente il confronto tra le varie forze politiche e include anche le forze d’opposizione. Un premier che agisce secondo principi democratici non fa le leggi da solo o con i tecnici, ma le sottopone al Parlamento.
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