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E’ scoppiata nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (CE) ) una rivolta da parte dei detenuti del padiglione Danubio.
Da quanto si apprende, circa 60 detenuti avrebbero preso l’intera sezione del reparto di isolamento.
“Tra ieri e oggi, i reclusi, hanno devastato alcuni uffici e ferito 6 colleghi. La situazione è molto delicata”, spiega Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria (SPP). Sul posto sono giunti il vice capo del Dap, Roberto Tartaglia e il Provveditore regionale amministrazione penitenziaria, Antonio Fullone. “Il rischio è che queste rivolte si possano espandere in meno istituti, ma con più violenza. E’ in atto un piano di destabilizzazione e a breve ce ne renderemo conto, però in ritardo” spiega Di Giacomo.
La notte scorsa 6 agenti del penitenziario sono stati aggrediti da due detenuti extracomunitari.
Nei giorni scorso, invece, a protestare sono stati gli agenti della polizia penitenziaria per le modalità di consegna di alcuni avvisi di garanzia da parte dei Carabinieri per presunti maltrattamenti a detenuti.
I FATTI
Nella mattinata di oggi un gruppo di detenuti del carcere di Santa Maria Capua Vetere hanno assaltato il reparto ‘Danubio’, aggredendo e torturando il personale di polizia penitenziaria che, dopo essere stato indagato dalla procura per presunte torture ai detenuti, teme ulteriori ripercussioni nel tentare di riportare l’ordine e la sicurezza in carcere”, dichiarano Michele Vergale del Sippe e Luigi Vargas del Sinappe, sindacati della polizia penitenziaria. “Non c’è più la possibilità di lavorare serenamente – aggiungono – e il personale si sente abbandonato dal Dap e dal ministro Bonafede”. Anche Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp, in un video postato su Youtube accusa: “I poliziotti sono da soli ad affrontare queste emergenze e il ministro Bonafede è completamente assente“.
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