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Guerriero: Siamo solo all’inizio di una bomba sociale.

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Le famiglie a cui questo governo sta togliendo il reddito di cittadinanza fanno bene a protestare come sta accadendo a Napoli.
Non devono però prendersela con i dipendenti dell’INPS che non hanno alcuna responsabilità ma con il governo e i partiti della destra che tagliano il reddito.
La comunicazione via sms spero faccia esplodere una rivolta che sarebbe sacrosanta contro questo governo dei ricchi e dei prepotenti.
Il taglio del reddito è una misura infame e sarebbe grave se non ci fossero proteste.
Con un caro bollette e caro energia, che costeranno 700 euro in più alle famiglie, andiamo a togliere una protezione sociale?

“Qui si scherza con il fuoco, scherzano con il fuoco politici di mestiere che stanno lì da 20 o 30 anni, che guadagnano 500 euro al giorno, e si accaniscono su famiglie che integrano 500 euro al mese, si tagliassero i vitalizi”. Chiosa Ciro Guerriero presidente di Ckè.

Infatti c’è stato il Via libera del consiglio di garanzia del Senato a una delibera che prevede il ripristino dei vitalizi tagliati per gli ex senatori. Si tratta di quelli relativi a prima del 2012 quando, adeguandosi alla riforma pensionistica, è stato deciso che venisse applicato anche ai parlamentari il sistema contributivo (quanto effettivamente versato) e non più retributivo (lo stipendio da parlamentare). Tornano i maxi assegni per 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti. L’importo tornerà dunque ad agganciarsi allo stipendio anziché ai contributi versati.

La decisione è arrivata con un voto che – secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari – ha visto il no dei componenti di Lega ed FdI, il si di un componente del consiglio ex M5s e l’astensione del Pd e del presidente, l’azzurro Luigi Vitali.

La delibera è stata votata nell’ultima seduta dell’organismo parlamentare che è stato rinnovato con la nuova legislatura ed era finora composto da Luigi Vitali (ex senatore FI), Ugo Grassi (ex M5s), Alberto Balboni di Fdi, Pasquale Pepe della Lega e Valeria Valente del Pd. In base a una sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto riferimento alle pensioni d’oro – viene riferito – la delibera ha deciso per la temporaneità dell’applicazione del taglio, facendolo finire con l’avvio della nuova legislatura.

Subito contro questa decisione ha tuonato il leader del Movimento Cinquestelle Giuseppe Conte che su Facebook scrive: «Misure contro il carovita, l’aumento di mutui e degli affitti? Macché. I patrioti di Giorgia Meloni evidentemente hanno altre priorità: il ripristino dei privilegi per i parlamentari»

«La delibera del 2018 era strampalata e lo dicono sia il presidente dell’Inps che un parere del Consiglio di Stato», replica però al Messaggero Luigi Vitali, presidente uscente del Consiglio di garanzia ed ex senatore di Forza Italia. «Il presidente dell’Inps – continua Vitali – dice che c’è spesa storica pesante, ma anche che la Camera non ha dato elementi oggettivi per dire che i tagli sono corretti» con l’effetto di «colpire alla cieca con riduzioni anche del 60 o 70 per cento».

«Non siamo di fronte a una decisione politica ma a una sentenza di un ‘tribunale’ accettato da tutti che ha dichiarato illegittima in due gradi di giudizio la delibera di applicazione retroattiva del metodo contributivo per i vitalizi». Ha sottolineato in una nota l’associazione ex parlamentari a proposito della delibera del Senato. «La sentenza – si legge nella nota – ha riconfermato il principio elementare che nessun cittadino può essere penalizzato per il passato, per un periodo precedente, e la Corte Costituzionale ha stabilito che, in misura del tutto temporanea ed eccezionale può essere ammessa una riduzione di qualunque stipendio e di qualunque indennità per un massimo di tre anni». «È stato ristabilito – si prosegue – lo ‘stato di diritto’ perché la legittima aspettativa che ogni cittadino ha deve essere rispettata e quindi non vi può essere sul piano giuridico, istituzionale e umano una penalizzazione per il passato».

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