CASERTA – Policlinico atto terzo. Per concludere degnamente la narrazione del giro di quattrini tra la Regione e Condotte, dedichiamo quest’ultimo articolo alla questione degli errori di costruzione del Policlinico. Chi scrive ha avuto modo di incrociare la penna con l’architetto Massimo Pica Ciamarra, progettista dell’opera, nell’ormai lontano 2015 quando questa voce degli ‘errori’ e delle ‘riprogettazioni’ era emersa nell’ambito delle conferenze dei servizi che frapponevano gli operai, all’epoca preoccupati dalla perdita del proprio lavoro, a Condotte/ConCorSu.
All’epoca Massimo Pica Ciamarra difese, e a ragione, la sua creatura e i suoi progetti a cui, sì, aveva dovuto mettere mano, ma solo a causa dei tempi dilatati di realizzazione. Negli anni di ‘tira e molla’ tra la prima azienda appaltatrice, il consorzio Cogein di Mario Pagano, e Condotte/ConCorSu, infatti, erano cambiate le normative nazionali in fatto di sicurezza e accessibilità, e lo studio di Pica Ciamarra dovette rimettere mano ai progetti.
Da quel chiarimento pubblico, bene o male consacrato dall’ufficialità di un intervento su un giornale, non si è più parlato di errori. Possiamo riaprire questa pagina solo grazie alla bozza dell’Accordo di Programma sottoscritto in Regione Campania.
Lo stesso accordo che prevede la soluzione di una garanzia dell’Università, cioè della Regione, cioè nostra, ai fornitori qualora ConCorSu non fosse in grado di assolvere ai pagamenti.
L’unica cosa certa è che, se il meccanismo dei ‘Sal’, i certificati di ‘Stato di Avanzamento dei Lavori’, non verrà messo sotto osservazione dalla Regione, il riavvio dei lavori rischia di essere a scadenza: il cantiere richiuderà quando Condotte avrà introitato gli stanziamenti senza girarli a ConCorSu e la Regione e l’Università si renderanno conto di dover pagare gli stanziamenti due volte.
Nella bozza di accordo si citano, testuale, le “carenze costruttive” di cui ci occupiamo oggi. Errori che sono stati commessi dalla prima ditta appaltatrice, la già citata Cogein di Mario Pagano.
L’impresa, per la verità, si è distinta per avere, in circa 18 mesi, consumato tutto lo stanziamento da 10milioni di euro prer la ‘movimentazione terra’. La Procura di Santa Maria Capua Vetere aprì anche una inchiesta che si lanciò nel quasi impossibile tentativo di dimostrare che, quella terra, era sì sstata mossa, ma solo in parte. Insomma niente emerse in sede giudiziaria, dunque, diamo per scontato, nulla successe su quel cantiere della Cogein.
Nella bozza di accordo, ma sarebbe bello poter prendere visione anche dell’accordo definitivo per capire cosa, realmente, c’è finito dentro, si richiama al fatto che a causa “di intervenute modifiche delle normatiche tecniche del settore e di una serie di carenze costruttive riferibili alle attività del primo appaltatore, si è determinata la necessità di approntare 3 perizie di variante, di cui : 1 variante per lavori di ripristino e opere consequenziali, 1 variante tecnica e supplettiva relativa al Blocco Didattica e Ricerca e una variante tecnica e supplettiva relativa al Blocco Assistenza”.
A seguito di queste modifiche progettuali l’importo dei lavori venne rideterminato in 135.307.925,87 euro e il termine finale dell’opera fissato al 24 dicembre 2019. Termine ovviamente rivelatosi una pura fantasia. Tra le ‘carenze costruttive’ più singolari c’è senz’altro quella dei pilastri innalzati da Cogein.
“E’ particolarmente significativa la foto che mostra la soluzione, alla greco-romana, trovata da ConCorSu per ovviare agli errori di Cogein – dichiara il candidato sindaco di Caserta Kest’è, Ciro Guerriero, grazie a cui siamo stati in grado di raccontare questa storia – un capitello ‘neogreco’, per un tempio della sanità moderna, a coprire colonnine troppo striminzite per reggere il peso della struttura sovrastante. Anche il Policlinico, che dire…Kest’è!”.
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