Caserta- Prima la pandemia ora la guerra hanno messo profondamente in crisi il nostro Paese e pensiamo che sia necessario ripartire dalla pace e dal lavoro”. Questa giornata ha solo un significato: “Dobbiamo chiedere all’opinione pubblica, alla politica, al governo, a chi ci ascolta cosa può essere fatto per migliorare il lavoro” così il presidente del movimento politico CasertaKest’è .
La prima rivoluzione da cui partire per cambiare il Paese è la precarietà del lavoro: “I dati che l’Istat ci comunica periodicamente dicono che dal 2018 a oggi sono stati registrati 24 milioni di contratti di cui solo 4 milioni a tempo indeterminato, gli altri sono precari. Come costruiamo la stabilità di questo Paese e la stabilità dei ragazzi se continuiamo a proporgli contratti a tempo determinato? – chiede Guerriero – Tra l’altro i contratti a tempo determinato nel 50% dei casi durano da un giorno a un mese. È una cosa vergognosa”. La proposta dell’ex candidato sindaco Guerriero è semplice: “Bisogna abolire il contratto a tempo determinato come fatto in Spagna, dove può essere utilizzato solo per sostituzione del lavoratore o della lavoratrice e per esigenze produttive concordate”.
Allo stesso tempo, però, i salari sono troppo bassi: “Bisogna aumentarli e bisogna farlo rinnovando i contratti – continua il Dott. Ciro Guerriero– e tagliando il cuneo fiscale”. Sul salario minimo, invece, Guerriero avvisa: “Siamo a favore, ma bisogna aumentare i lavoratori coperti da contratto. Dobbiamo evitare che ci sia uno scambio fra contratto nazionale e salario minimo – sottolinea – perché così le aziende potrebbero passare alla paga oraria, mettendo in discussione il contratto”. Questo significherebbe mettere in discussione anche “il mantenimento del posto di lavoro, il trattamento di fine rapporto, le ferie, la sanità, la copertura assicurativa…”.
C’è poi il grande tema che riguarda i giovani, sul quale Guerriero è sicuro: “Si fa ancora troppo poco”. Il presidente spiega: “Abbiamo chiesto a chi ci governa di avviare un percorso di formazione che sia in grado di affrontare le grandi sfide del futuro, la transizione digitale e quella climatica”. E aggiunge: “Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi ad affrontare queste sfide, ovviamente aumentando i posti di lavoro, ma questo lo si fa investendo e creando un collegamento stabile fra offerta e domanda di lavoro”. L’Italia è “il Paese che investe di meno nella politica di orientamento”.
Nel frattempo l’inflazione sta divorando gli stipendi, che a loro volta sono sostanzialmente fermi da molto tempo: “Sette punti di inflazione ci dicono che di 100 euro che abbiamo in tasca è come se potessimo spendere 93 – sottolinea Guerriero – Il governo deve fare degli interventi diretti su salari e pensioni, ad esempio detassando gli aumenti contrattuali”.
Il Primo maggio è sempre l’occasione per parlare di un’emergenza quotidiana su cui ancora non si fa abbastanza, quella dei morti sul lavoro: “Va sconfitta la logica che il profitto possa valere più della tutela della vita umana. E non è un’affermazione di principio né ideologica – sottolinea Guerriero – Molte aziende per recuperare il profitto perso durante la pandemia aumentano le ore di lavoro e trascurano la sicurezza”. Secondo il presidente del movimento CKè “c’è una filosofia strisciante secondo cui pur di recuperare i profitti si possa anche rischiare la vita”. Questa “è la logica da sconfiggere”.
Oggi, poco prima delle otto, tre operai sono rimasti feriti stamattina a Fidenza (Parma). Lì, in una nota azienda di produzione di oggetti di vetro, c’è stata una fuga di metano da una tubazione su cui stavano lavorando. Si è poi generata un’esplosione e i tre sono stati investiti dalla fiammata.
Ora si trovano al reparto Grandi ustionati dell’ospedale Maggiore di Parma…Oggi non è una giornata di festa, perché i temi del lavoro sono stati dimenticati- chiosa Guerriero.
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