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Giubitosa e Cristiani altro che il gatto e la volpe.

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Caserta- Il sindacato Nursing Up, al momento sembra l’unico ad avere un comportamento lineare nella difesa dei lavoratori del comparto, ci ha impiegato 16 anni per vedersi riconosciute le ragioni contenute in questo articolo.

Questi i fatti avvenuti nel 2011, quando qualche giudice di primo grado cominciò a indossare gli occhiali al rovescio e ritenne che tra le opzioni, chiaramente previste nell’articolo 9, non ci fosse quella di un trattamento economico integrativo per chi aveva svolto i propri turni di lavoro nei giorni festivi infrasettimanali.

In pratica, cominciò per ragioni che non hanno a che fare né con la sintassi giuridica e neppure con quella della lingua italiana, l’idea che i turni effettuati nei festivi infrasettimanali, ossia un Natale o un Santo Stefano non domenicali, un lunedì in albis, un 25 aprile, un 1 maggio, un 2 giugno, un 1 novembre e un 8 dicembre, fossero turni ordinari.

Un unicum vessatorio, visto che tutti gli altri Ccnl prevedono un trattamento economico aggiuntivo per chi lavora in queste giornate.

Solo nel 2021, alla fine di una estenuante e costosa battaglia giudiziaria, arrivò, il giorno 25 gennaio, una sentenza di Cassazione che, con rispetto parlando per gli ermellini romani, da un lato scopriva l’acqua calda, dall’altro restituiva il sorrido a Nursing Up, che però pensava pure a quanti soldi aveva dovuto scucire ingiustamente per vedersi riconosciuta l’ovvietà delle sue ragioni.

Durante gli anni di questa battaglia giudiziaria, gli altri sindacati, primo tra tutti ovviamente l’inamovibile e per noi inqualificabile Nicola Cristiani della Cisl, aveva detto ai suoi iscritti che quando incrociavano un infermiere, un oss di Nursing Up, gli dovevano regalare un sorriso e una pacca sulle spalle, dicendogli “ma che vuoi fare con questo Nursing Up, vienitene con noi, questi ti fanno perdere tempo e ti illudono solamente”.

Il Nursing Up ha una caratteristica. È un gruppo unito anche umanamente e crede, a ragione o a torto ma comunque ci crede, nel lavoro della sua segretaria provinciale Rosa Nuzzo.

La maggior parte resistette alle avances e il 25 gennaio 2021 comprese che aveva fatto bene.

Siccome la lealtà, l’onestà intellettuale, può abitare in tutti i luoghi del mondo ma non nell’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, il dg Gaetano Gubitosa e Nicola Cristiani hanno cominciato ad andare a braccetto, zitt’zitt.

Cristiani, a cui con rispetto parlando bruciava il lato b, si è prestato, ma solo perché egli aveva un forte prurito infrapacc, non certo per il bene dei suoi iscritti, a farsi usare da Gubitosa, che i soldi dell’ex articolo 9 non vorrebbe tirarli fuori o vorrebbe farlo in misura inferiore a quello che è il diritto sancito definitivamente dalla Cassazione.

Quelli di Nursing Up, guidai dai propri legali, che avevano avuto fede nella prospettiva di vedersi riconosciuto il diritto, aveva scritto e protocollato due lettere di interruzione dei termini, una nel 2015 e l’altra nel 2021. Perché se tu, azienda ospedaliera, non hai riconosciuto soldi sacramentati dalla Cassazione, devi tirarli fuori fino all’ultimo centesimo, altrimenti compi un sopruso.

E se questa legge prevede la cessazione di un diritto a causa del decorso di termini temporali, ponendo a carico dei lavoratori l’onere della lettera interruttiva che viene puntualmente presentata dagli stessi, tu Gubitosa, non puoi fare il fenomeno e inventarti, adesso, la mattana di dare a tutti i lavoratori del comparto, anche agli iscritti Cis danneggiati di Nicola Cristiani, gli stessi soldi che darai a quelli di Nursing Up.

Ma ciò non avviene in quanto gli iscritti al Nursing Up hanno diritto ad una sorta di onorificenza perché sono stati loro a credere in questa norma e nella sua applicazione equa, ma semplicemente perché, da soggetti di diritto hanno presentato, ripetiamo, formalizzato e protocollato una lettera interruttiva che tutti i lavoratori iscritti alla Cisl e ad atri sindacati, non hanno presentato.

Sono loro, dunque, ad avere diritto ai 5 anni.

Al contrario, tutti quelli che hanno presentato la lettera interruttiva devono avere tutti i soldi che non gli sono stati dati in disapplicazione a quello che è stato l’articolo 9, poi divenuto art.29, oggi 106 comma 5 del Ccl del comparto sanitario.

E invece, Gubitosa , che una volta ci hanno detto facesse il finanziere, deve aver acquisito dal baretto del suo paese di Montemiletto, una giurisprudenza differente.

Lui e Cristiani sono il gatto e la volpe.

Cristiani, con il direttore che gli tiene bordone, può sempre dire ai suoi: avete visto come siamo dritti?

Loro del Nursing Up hanno fatto la battaglia, hanno tirato fuori i quattrini, noi li abbiamo sfottuti negli anni e adesso riceveremo gli stessi soldi. In tutta questa storia ci sono in ballo 750mila euro che, tra il 2020 e il 2011, con Gubitosa direttore amministrativo, sono stati letteralmente e forzosamente prelevati dalla busta paga di tutti i dipendenti del comparto, proprio perché questi li avrebbero ricevuti impropriamente.

Scusi, direttore generale, ma con questi soldi cosa ci ha fatto? In quale capitolo del Bilancio li ha inseriti, e a che titolo?

Queste sono le cose a cui lei deve rispondere. Ma non a noi, bensì ai lavoratori, soprattutto a quelli del Nursing Up, sindacato che a questo punto ha la seria intenzione di rivolgersi alla Corte dei Conti, unico organismo giudiziario che può mettere le mani nella sua tasca, caro Gubitosa, nel suo portafoglio, e lo potrà fare anche quando li avrà lasciato l’ospedale di Caserta.

I circa 750mila euro in ragione della destinazione d Bilancio e soprattutto l’atto di vergognoso sopruso che lei compirebbe. Vogliamo parlare, poi, degli avvocati che lei ha incaricato negli anni per andare in giudizio contro il Nursing Up?

Mentre i lavoratori del sindacato pagavano tirando fuori i soldi dalle proprie tasche, lei pagava fior di quattrini ad avvocati esterni per far cosa? Per perdere rovinosamente e definitivamente questo processo.

Lei deve dar conto. In questi giorni studieremo, da un punto di vista strettissimamente tecnico-giuridico il valore di una comunicazione formale di interruzione dei termini. Se dovessimo arrivare alla conclusione che già immaginiamo, dal diritto civile e dal diritto pubblico amministrativo, cominceremo a ragionare anche di diritto penale dell’articolo 323 e dintorni, con qualche puntatina al 328. Per carità, come argomento di analisi, senza voler dire assolutamente che ci sia stato, ma sempre fino a prova contraria, qualcuno che nell’Aorn di Caserta, li ha o li abbia violati.

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