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A chi gestisce, chiediamo di farsi un giro…al personale ospedaliero diciamo GRAZIE

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Se sei uomo attento e hai una mente aperta ti accorgi di quanto sia acuto il problema della sanità e di quanto c’è e ci sarebbe da fare.

Ai reparti di prima linea: faccio i complimenti al personale e ai medici che vi operano.

Con quello che hanno fanno miracoli.

Spesso non sono in grado di ridonare in pieno la salute ai pazienti, ma di sicuro donano serenità.

Serenità ai pazienti che affrontano l’ultimo miglio della loro esistenza non è poca cosa e lenisce il dolore ai familiari che li accudiscono sperando spesso in un difficile miracolo che ridoni la salute e la perfetta forma ai loro cari.

A chi opera al P.S. va il plauso, non per piaggeria, ma per ammirazione.

Ma la sanità pubblica e l’Ospedale S. Anna e S.Sebastiano:  mancano i numeri non le volontà e le capacità. Personale ridotto all’osso che come quantità non garantisce i diritti al riposo e alle ferie. Trattamento che non meritano.

Il loro è un lavoro faticoso, pericoloso, gravoso, pieno di responsabilità e impegni con una retribuzione al limite del ridicolo eppure li vedi operare in maniera incessante come api operose intorno all’arnia e ti riempie il cuore di gratitudine per quello che riescono a fare.

L’impegno, la professionalità va riconosciuta e degnamente pagata qui forse più che il altre realtà, ma noi sani siamo ciechi e sordi rispetto all’evidenza dei fatti: così non si può andare avanti, anche i medici e il personale si può ammalare per troppo stress.

Menefreghisti noi sani di passaggio dimentichiamo, che prima o poi, non essendo eterni, passeremo ad essere fruitori di questi reparti e da ammalati pretenderemo cose che oggi, da sani, non abbiamo né il coraggio di chiedere a chi gestisce il S.Anna e S.Sebastiano, né la voglia di prendere posizioni che, come sani di passaggio, spesso assomigliano vigliaccamente alla posizione dello struzzo.

A chi gestisce dall’alto il S.Anna e S.Sebastiano, chiediamo di farsi un giro e di vedere con chi occhi e il cuore quanto sia delicata la situazione e da uomini di coscienza porsi le domande: se fossi io ricoverato, sarei contento della situazione che ho trovato? E se io dovessi operare in queste condizione come personale sarei sodisfatto?

Rispondere con coraggio, ai familiari dei degenti, mentre a noi spetta l’obbligo della riconoscenza ai medici e al personale (ai competenti e non sponsorizzati politicamente)  e a loro va il nostro GRAZIE di cuore.

Ciro Guerriero

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