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IL GENERALE: IL GIORNO 12 ALLE 16,00 Mi PRESENTERO’ DAL CAPO DELLO STATO

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Da qualche mese il generale Antonio Pappalardo organizza con il suo Movimento Liberazione Italia e insieme a Riprendiamoci l’Italia. Avviso di sfratto una manifestazione “di popolo” che dovrebbe svolgersi così: il “popolo” si presenta davanti al parlamento (la Camera) e protesta spiegando che gli eletti sono abusivi per la sentenza della Corte Costituzionale sul Porcellum. A quel punto i militari si illuminano d’immenso e arrestano gli abusivi – come ai bei tempi di Osvaldo Napoli – ovvero i parlamentari e ristabiliscono la democrazia in Italia. Quando i militari arrestano gli eletti di solito si sta facendo un golpe e non una rivoluzione ma non perdiamoci in dettagli.

Succede infatti che il 5 settembre si svolge una riunione di organizzazione di questa manifestazione che dovrebbe cacciare gli abusivi dal parlamento. E qui, secondo il racconto di graduati come il commissario in quiescenza Giuseppe Pino, ( video )“si sono infiltrati dei miserabili, dei farabutti, dei pezzi di merda che sono andati a riferire il tutto agli ordini istituzionali”. E ancora: “Questi miserabili hanno registrato tutto quello che dicevamo e sono andati a riportare cose che noi non abbiamo mai detto”.

Nessuno può mettere Pappalardo in un angolo!

Qui le cose si fanno complesse. Secondo il racconto del commissario Giuseppe Pino, “questi miserabili (che hanno registrato la riunione) erano stati accompagnati da Simone Carabella”. L’accusa nei confronti di Carabella, già difensore degli italici costumi dall’invasione degli immigrati nonché capo popolo dei genitori no-vax, è evidentemente grave. Ma i rivoluzionari del lunedì la fondano su un video pubblicato proprio da Carabella in cui lui stesso afferma che la manifestazione è annullata e spostata ad ottobre. Nel video Carabella spiega che alle forze dell’ordine è arrivata la voce che qualcuno avrebbe fatto qualche “gesto inconsulto” durante la manifestazione e questo avrebbe messo in pericolo i partecipanti.

antonio pappalardo manifestazione 11 12 settembre

Il generale Antonio Pappalardo, che non l’ha presa benissimo, su Facebook posta una sua risposta al Questore dalla quale si evince che l’annullamento della manifestazione dell’11 settembre 2017 dalle ore 15,00 alle ore 20,00 è per un presunto “alto rischio per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Pappalardo però spiega anche che l’annullamento è dovuto «alla mia “incitazione” fatta sul web, in cui sostanzialmente invito le forze di polizia a stare con il popolo per “cacciare via i delinquenti che stanno in Parlamento da oltre tre anni … con la sentenza in mano … per rifondare lo Stato e dare credibilità alle Istituzioni”, per far ritenere ciò un atto pericoloso per la sicurezza e l’ordine pubblico». E Pappalardo scrive che il Questore ha anche citato «la frase riportata nella denuncia alla Stazione Carabinieri di Palermo del 28 agosto u.s., che “il presidio della piazza termina solo se le forze dell’ordine daranno esecuzione alla suddetta sentenza”, come motivazione per vietare la sua utilizzazione». Insomma, a quanto pare la manifestazione è stata annullata per quanto ha detto Pappalardo.

antonio pappalardo simone carabella

E anche oggi si fa il golpe domani

Ma il generale non si arrende. E spiega che anche se la piazza non è stata concessa, nessuno vieta ai rivoluzionari di passeggiare per Roma mentre, ricorda minaccioso, “I Traditori nel nostro Movimento non hanno futuro,vengono subito eliminati”. Nei commenti c’è chi si lamenta per il bed & breakfast già prenotato all’ombra della Lupa e per l’impossibilità di disdire la prenotazione causa annullamento rivoluzione, che non sarebbe – stranamente – tra le giuste cause elencate su Airbnb. Intanto le accuse nei confronti del povero Carabella (che a quanto pare ha soltanto obbedito a un ordine della pubblica sicurezza) arrivano anche da quei simpatici originaloni di Popolo Unico.

antonio pappalardo settembre

Alcuni lo accusano di essere un “venduto” mentre Pappalardo è costretto dalle circostanze ad avvertire il Questore di Roma delle possibili conseguenze di questa decisione illiberale, antidemocratica, illibata:

Le faccio presente che sono ormai innumerevoli i cittadini che si stanno organizzando per venire a Roma, molti dei quali, non facendo parte del Movimento, non possono essere avvisati tempestivamente del Suo atto ingiustificatamente coercitivo. Mi preme sottolineare che il nostro è un movimento politico di assoluto rispetto delle regole democratiche e pertanto Lei non può in alcun modo equipararlo ad organizzazioni sovversive, addirittura inviando personale della DIGOS a spiarci e a registrarci furtivamente.
Come può ben comprendere non posso bloccare una manifestazione avviata e per evitare conseguenze dannose per l’ordine pubblico, la invito a rivedere urgentemente la sua decisione.
Cercherò di convincere i manifestanti, che vengono con i loro mezzi, a fermarsi sul Raccordo anulare, per consentire ad una delegazione di sette persone, di cui faccio riserva di farLe conoscere i nomi, da me capeggiata, di consegnare all’Autorità di Pubblica Sicurezza di Piazza di Monte Citorio intorno alle ore 16,00 del 12 settembre 2017 una lettera da recapitare al Capo dello Stato con un invito ad uniformarsi al contenuto della sentenza n.1 del 9 gennaio 2014 della Corte Costituzionale.
La lettera con cui la questura vieta una delle due   manifestazioni:

ULTIMA COMUNICAZIONE DEL GENERALE

VIDEO

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