Si è concluso con tre condanne e quattro assoluzioni, al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il processo sulla turbativa d’asta che aveva coinvolto l’ex consigliere regionale di una lista vicina a Vincenzo De Luca, Luigi Bosco, e il parroco don Biagio Saiano, e relativa alla gara per la realizzazione di un asilo nido nella frazione Tuoro di Caserta.
Sia Bosco che Saiano sono stati assolti dal giudice monocratico Francesca Auriemma insieme agli altri due imputati, Vincenzo Guadagno (progettista dei lavori), e Rosa Carafa, mentre sono stati condannati ad un anno e otto mesi l’imprenditore Giuseppe De Liso e la moglie Tina Ferraiolo; un anno e due mesi sono stati invece inflitti al presidente della commissione di gara Maria Ficocello.
«Rido nei confronti di quelli che hanno provato a mettermi sgambetti in questi anni e sorrido alle prossime sfide che mi vedranno impegnato in prima linea, assieme a quanti di voi lo vorranno, con la determinazione, entusiasmo ma soprattutto ottimismo di sempre!» ha scritto sul suo profilo di Facebook l’ex consigliere regionale Bosco commentando l’esito della vicenda giudiziaria «appena conclusa con un’assoluzione con formula piena». Bosco, di Casapulla, ha ricoperto in passato anche la carica di vicepresidente della Commissione attività produttive, industria, commercio e turismo del Consiglio regionale.
Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere che ha coordinato l’indagine e sostenuto l’accusa in dibattimento, gli imputati avrebbero truccato la gara per l’affidamento di lavori per 1,5 milioni di euro concernente la ristrutturazione di un edificio della chiesa che sarebbe dovuto diventare un asilo; in particolare la gara sarebbe stata affidata grazie al conflitto di interessi portato avanti dall’imprenditore De Liso, proprietario della ditta cui è andato l’appalto ed ex membro della Fondazione Tuoro che ha bandito e aggiudicato la gara; fondazione di cui era direttore amministrativo la moglie di De Liso, Tina Ferraiolo, e presidente il parroco Don Biagio Saiano. I lavori non sono mai stati eseguiti, in quanto la Fondazione, durante l’indagine, ha rinunciato al finanziamento.
La segreteria regionale di Noi Campani, il movimento politico in cui milita Bosco, esprime soddisfazione per l’assoluzione nel processo di primo grado dell’ex consigliere regionale: «Siamo stati sempre convinti della sua innocenza e della estraneità ai fatti contestati ed abbiamo atteso fiduciosi l’operato della magistratura giudicante – è scritto in una nota -. Luigi ha sempre operato con correttezza e scevro da condizionamenti, questa assoluzione gli darà ulteriore linfa per il rafforzamento di Noi Campani sul territorio».
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