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Ex area Cirio, indagati parlamentari di Forza Italia e consigliere regionale Pd

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Sono 17 gli indagati nell’inchiesta sull’area Cirio. Permessi e autorizzazioni che, secondo i magistrati di Torre Annunziata, Adolfo Greco e i suoi soci non avrebbero potuto avere. L’imprenditore stabiese avrebbe ottenuto un via libera grazie ad un accordo bipartisan con i vertici dei due partiti alla guida di Regione e Provincia. Regista dell’intera operazione che sembrava essergli riuscita quando ad aprirgli le porte é Cesaro. É il presidente della Provincia a nominare il commissario ad acta che mette in moto un ingranaggio rimasto bloccato a lungo. Nell’affare per costruire case e un centro commerciale anche il figlio, la moglie e il fratello del Boss delle Cerimonie Polese, nel frattempo defunto. Ha firmato una proroga alle indagini il gip Maria Concetta Criscuolo. Si tratta di un’inchiesta nata come sviluppo di quella della Dda che ha portato in carcere l’imprenditore stabiese insieme ai capi di quattro clan il 5 dicembre. Politici e imprenditori sono accusati di corruzione, abuso d’ufficio e traffico di influenza illecita per vicende che vanno dal 2013 al 2016. Dai giorni della caduta del sindaco Nicola Cuomo voluta anche da un pezzo del Pd, l’ala del suo partito ora coinvolta nell’inchiesta. Nei guai politici regionali e locali, imprenditori e professionisti per la riconversione dell’ex area Cirio in un intervento di housing sociale per più di 300 appartamenti. Si comincia dall’ok al progetto ottenuto da un commissario ad acta, ma nelle indagini ci sono esponenti di Provincia e Regione, che avrebbero fatto decollare un piano restato per anni sulla carta. Nell’inchiesta coordinata dai sostituti procuratori Andreana Ambrosino e Rosa Annunziata, sono indagati oltre a Greco anche i due parlamentari di Forza Italia Luigi Cesaro e Antonio Pentangelo, che si sono succeduti sulla poltrona di Presidente della Provincia, il consigliere regionale e capogruppo del Pd, Mario Casillo, il suo referente su Castellammare, Gennaro Iovino, dirigente cittadino del Pd e uomo forte di Casillo in città. A dovere rispondere del parere positivo al progetto é l’architetto Mario Biondi, scelto da Cesaro come commissario. Poi il versante societario: Luigi Greco, figlio di Adolfo ed ex consigliere comunale stabiese, la moglie Angelina Annita Rega, Antonio Elefante, ingegnere che ha curato il progetto da anni impegnato in penisola sorrentina. C’è anche l’imprenditore edile Giuseppe Passarelli, che avrebbe curato i lavori per la realizzazione del complesso se fossero partiti ed è indagato anche nell’inchiesta della Dda dove si ricostruiscono gli interessi dei clan dell’affare Cirio.  Per gli inquirenti, “Antonio Pentangelo costituiva l’anello di congiunzione tra l’imprenditore indagato e l’attuale senatore Luigi Cesaro”.

Quest’ultimo, è scritto nell’informativa presentata a maggio scorso, “da presidente della Provincia di Napoli, assunto il seggio di parlamentare, avrebbe poi nominato con proprio decreto, il suo “delfino” stabiese, alla poltrona di facente funzioni di presidente della Provincia”. La nomina, annotano ancora gli inquirenti, sarebbe stata poi “utilizzata da Greco relativamente alla vicenda Cirio”

Diversi i riferimenti politici su cui Greco poteva contare a livello stabiese, regionale e nazionale, secondo quanto si evince dalle intercettazioni effettuate “Come Nicola Corrado (all’epoca assessore della giunta Cuomo), Pasquale Sommese (nel 2013 assessore regionale della Campania), Antimo Cesaro (all’epoca ex assessore regionale), e i senatori della Repubblica (ci riferiamo sempre all’epoca dell’indagine) Antonio Milo e Carlo Sarro”, è scritto nero su bianco nell’informativa di polizia giudiziaria.                                                            Tra i 17 nomi il commercialista dell’avellinese Pierpaolo Limone, che figurava come amministratore della PolGre, l’imprenditore Giovanni Lombardi e socio in affari con Greco in numerose business anche fuori dalla Campania e Sabato Polese, fratello di Tobia Antonio, il defunto “boss delle cerimonie” del ‘Castello’ La Sonrisa di Sant’Antonio Abate subentrato nell’affare alla morte di Tobia da sempre al fianco di Greco. Completano il lungo elenco: Vincenzo Campitiello, Francesco Cesaro, Marcello Ciofalo e Vincenzo Colavecchia. Un’inchiesta destinata anche a spiegare l’ultimo pezzo di storia politica di una città che ha visto tornare a casa sindaci e maggioranze ogni due anni, conquistando record negativi da prima pagina nazionale.

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