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Emergenza Coronavirus: i sordi dimenticati dal governo?

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Siamo in una fase in cui le nostre vite e l’Italia sta attraversando un periodo molto grave a livello sanitario a causa del Covid-19.

Mentre durante i telegiornali, le comunicazioni del  Presidente Conte ed altro, fortunatamente, ci sono gli interpreti LIS (Lingua italiana dei segni) per comunicare con i sordi, nei comunicati di emergenza dove sono presenti i numeri verdi o numeri di telefono fissi sono accessibili solo alle persone udenti, e quindi i sordi non sentendo al telefono, non possono usufruire dei servizi di emergenza.

Ecco perché, oltre  ai numeri di telefoni fissi, le Istituzioni dovrebbero istituire numeri telefonici accessibili ai sordi, che ricordiamo contano circa 250mila persone, attraverso messaggi e creare delle app dedicate da utilizzare in queste situazioni di emergenza.Dobbiamo ricordare che anche i sordi hanno il pieno diritto di usufruire di tali servizi in quanto persone umane a pari merito delle persone udenti.

Infatti, la salute è un diritto di tutti ed oggi più che mai, in questo momento di emergenza, le barriere della comunicazione, al contrario a volte di quelle architettoniche, sono ostacoli invisibili e sempre presenti nel nostro ambito sociale. Con un po’ di impegno si possono creare dei canali di interazione, tenendo conto che la LIS non tutti i sordi la conoscono e in Italia, purtroppo, non è stata ancora riconosciuta come lingua ufficiale.

La sordità è un deficit che non è visibile, si riconosce solo nel momento in cui si entra in relazione con gli altri: l’assenza o la parziale acquisizione di una modalità comunicativa condivisa può portare a equivoci e fraintendimenti, e quindi diventa fondamentale che tutte le informazioni vengano ben condivise con tutti gli accorgimenti necessari, in questo caso attraverso la Lis, attraverso il supporto di interpreti di questa lingua.Teniamo ben presente che il deficit sensoriale non corrisponde a ritardo cognitivo, cioè alle persone sorde non manca la capacità di acquisire informazioni, solo che è necessario trovare il modo di farlo attraverso canali visivi e non acustico-vocali, con l’obiettivo di non far perdere tutto il mondo di informazioni del quotidiano e quindi, le comunicazioni video e audio dovrebbero essere sempre seguite da una traduzione Lis.

Come, anche la sensibilizzazione, ora quasi inesistente, al personale operante all’interno della pubblica assistenza e sicurezza (quali personale sanitario, pubblico ufficiale e addetti comunali) nei confronti della comunità sorda con inevitabili problemi di comunicazioni in mancanza di interpreti in tali strutture.

A volte, le persone sorde, che si recano presso il pronto soccorso, rimangono lì per un’intera giornata completamente isolate dalla comunicazione, perché giustamente al fine sanitario gli operatori devono parlare con la mascherina, ma le persone sorde capiscono per la maggior parte anche dal labiale. Ragione in più per avere sempre a disposizione una persona capace di tradurre in lingua Lis (dove la stessa può segnare in tutta sicurezza anche con la mascherina). Questi sono solo una parte dei problemi della comunità sorda, in quanto chi non si trova a dovere convivere con persone che abbiano questa disabilità, ribadisco invisibile, non può  capire la notevole difficoltà nel vivere la quotidianità.

Perché se un udente viene intubato sente le indicazioni del medico e risponde con gli occhi, rischiamo invece di avere a breve pazienti sordi che non riescono a interagire con il personale sanitario. Il virus avanza. I contagi aumentano e per questa ragione, le unità di crisi devono assolutamente attrezzarsi  per garantire misure straordinarie affidando interpreti lungo tutto il decorso della malattia.

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