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E’ precipitato per fatalità? Chi ha indotto al suicidio Matteo Carfora?

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Chi ha indotto al suicidio Matteo Carfora?La notizia si è diffusa rapidamente nella mattinata di ieri, con un messaggio lanciato sui social da un familiare del minorenne che, da settembre scorso, aveva completamente cambiato vita lasciando la scuola e trovandosi un lavoro come operaio, ma continuando a coltivare la
sua passione, quella per il calcio, allenandosi ogni sera con l’Academy Real Maddaloni di cui era una punta di belle speranze. «Matteo è stato ucciso. E deve ricevere giustizia»: queste le parole scritte nel post, per far intender e l’istigazione al suicidio.

Intanto, continuano le indagini da parte degli inquirenti che hanno sequestrato il cellulare del 17enne e che da subito hanno privilegiato la pista del suicidio (la salma era stata subito liberata). Per i familiari, però, qualcosa non quadra, temono l’istigazione al suicidio. E per questo già oggi dovrebbero chiedere l’autopsia sul corpo già tumulato dopo i funerali.
Matteo quando è precipitato dal balcone, a quanto pare, era al telefono, mentre i genitori così come hanno dichiarato ai carabinieri della Compagnia di Maddaloni agli ordini del capitano Federico Arrigo, giunti sul posto pochi minuti dopo il ritrovamento del corpo nel cortile dell’ex palazzina dei ferrovieri in località Starza dormivano. Sarebbero stati svegliati dalle urla di un vicino, che avrebbe visto il corpo in una pozza di sangue riverso a terra.

Ma il ragazzo, secondo i suoi amici, non avrebbe mai compiuto un gesto estremo. Gli ex compagni di classe del liceo “Don Gnocchi” sono sotto choc e non riescono a darsi pace. In questi giorni, grazie al volere della dirigente Anna Maria Lettieri, attenta a tutte le problematiche della suacomunità scolastica, sono affiancati da una docente-psicologa, Luana Fusco.

«Le frasi di circostanza dice Fusco in questo momento non servono. Ho detto ai ragazzi, e continuerò a dirlo, che non bisogna trovare per forza un colpevole o la causa di questo gesto. L’unico modo per ricordare Matteo non sono i pianti disperati, ma stare accanto ai familiari rispettando il loro dolore e stringendosi a loro in silenzio. Questo è un momento di riflessione e di monito per noi e per Maddaloni, perché, a mio avviso, è un momento di fallimento di tutti dal quale si può imparare, dando la possibilità ai nostri ragazzi di essere liberi, liberi dai pregiudizi, dai commenti e dalle chiacchiere di ogni genere».
Poi il ricordo di Matteo: «Di lui posso solo dire che era un ragazzo solare, pieno di vita, molto amato dai compagni e dalle compagne per il suo modo di fare così socievole. Cosa sia realmente accaduto non possiamo dirlo ma lui era un ragazzo che, fino a quando ha frequentato la scuola, ha
sempre amato la vita. Ora non ci resta che far continuare a vivere nei nostri ricordi il suo sorriso. Difficile dimenticarlo anche per gli insegnanti».

Le iniziative in ricordo del ragazzo sono molteplici. Dopo la fiaccolata di giovedì, domani, alle 19, al centro sportivo De Lucia di via Cancello, si terrà un match-day tra la Academy Real Maddaloni e la Micri (under 16). In campo scenderanno i suoi compagni di squadra e tra gli spalti non mancherà il sostegno della madre Iulia, presente anche al palazzetto dello sport nella partita di domenica. Gli amici, adesso stanno organizzando una nuova fiaccolata, coinvolgendo questa volta anche gli adulti.

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