È morta Lina Wertmüller, aveva 93 anni, la notizia è stata data da un amico di famiglia sui social e l’ANSA riporta che la sua vita si è spenta durante la scorsa notte a Roma.
È stata la prima donna a strappare una nomination agli Oscar come migliore regista ai tempi di Pasqualino settebellezze nel 1976, con il film di cui era protagonista Giancarlo Giannini, nel ruolo di un guappo napoletano, nel 2019 ha ottenuto l’Academy Award onorario. In quella occasione, con la sua solita ironia, aveva detto: “Bisogna cambiare il nome a questa statuetta” ha detto, “chiamiamolo con un nome di donna, Anna”.
La regista ne portò a casa ben quattro, così come si era già distinta nel mondo degli sceneggiati in tv con la trionfale accoglienza del Giornalino di Giamburrasca tra il 1964-65.
Tanti poi i successi cinematografi che l’hanno consacrata al grande pubblico: Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Io speriamo che me la cavo e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto.
Sebbene ricordata principalmente come regista, Lina Wertmuller è stata anche sceneggiatrice per altri accanto a Sergio Sollima (Città violenta), Pasquale Festa Campanile (Quando le donne avevano la coda, Quando le donne persero la coda), Franco Zeffirelli (Fratello Sole, sorella Luna), Enrico Maria Salerno (Nessuno deve sapere) e serie, corti e film tv, tra i quali Il decimo clandestino, Francesca e Nunziata, Roma Napoli, Venezia… in un crescendo rossiniano. Ha veramente esplorato ogni forma di spettacolo: incursioni rare ma non per questo meno rilevanti anche nell’ambito dell’opera lirica: Carmen al San Carlo di Napoli per l’inaugurazione della stagione 1986-87, Bohème all’Opera di Atene nel 1997 accanto a diverse sceneggiature e regie teatrali che portano la sua firma. La regista si è divertita anche a misurarsi col doppiaggio nel cartoon Mulan dove era la nonna della giovane guerriera o come attrice nel film Benvenuto Presidente di Riccardo Milani.
Occhiali bianchi, suo segno stilistico tanto dal dare il titolo a un documentario su di lei uscito nel 2015 (Dietro gli occhiali bianchi disponibile su ITsART), grande intelligenza e profonda ironia, Lina Wertmuller rimarrà nella storia della cultura italiana e nel mondo “per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”.
Questa la motivazione che l’Academy ha dato per il suo Oscar alla carriera.
La camera ardente per Lina Wertmuller sarà allestita in Campidoglio.
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