Ricordate Nalbero? Beh, dimenticatelo perché il progetto per il prossimo Natale è ancora più clamoroso e ambizioso. Alla Rotonda Diaz verrà innalzato un gigantesco corno portafortuna di colore rosso fuoco, con dimensioni che fanno impallidire l’alberello di tubi innocenti innalzato lo scorso anno: il corno sarà più alto di venti metri e raggiungerà quota sessanta metri, sarà anche più largo dei venti metri misurati per Nalbero, arriverà a trenta metri di diametro alla base, un vero gigante, visibile a occhio nudo dall’isola di Capri.
La proposta per la nuova installazione natalizia (ma cos’ha di natalizio un corno?) è stata presentata a Palazzo San Giacomo dalla Italstage, l’azienda che ha già realizzato l’albero nel 2016 e che spesso riesce a vincere bandi per la realizzazione di palchi e strutture nel Comune di Napoli.
Evidentemente la proposta dev’essere piaciuta tantissimo al Comune, perché immediatamente è scattata la procedura ufficiale per chiedere la presentazione di progetti alternativi per riempire la Rotonda Diaz: potranno partecipare consorzi, associazioni, fondazioni, società.
Ma avranno un obbligo da rispettare che è quello del tema imposto dal Comune; e il tema è «Napoli e la scaramanzia». Insomma, potrà anche esserci qualcosa di diverso rispetto al gigantesco corno, ma sarà comunque collegato al principio della scaramanzia, tipo una gigantesca mano che fa il segno delle corna o un immenso ferro di cavallo all’interno del quale piazzare una zona commerciale e un belvedere per ammirare il panorama.
Già, perché, così com’è stato per Nalbero, anche il progetto ufficiale del corno prevede la possibilità di accesso all’interno, con le stesse modalità del 2016, solo che stavolta si potrà arrivare più in alto e ci saranno spazi molto più ampi per lo shopping center che verrà installato alla base della struttura.
Il documento che presenta la proposta dell’Italstage, e chiede la presentazione di proposte alternative, porta la firma della dirigente Gerarda Vaccaro la quale, evidentemente, era estremamente ispirata quando ne ha dettato il contenuto, che merita d’essere riportato testualmente almeno in questa porzione: «Napoli, con il suo popolo ricco di sensibilità e fantasia, è considerata la città scaramantica per eccellenza. Il malocchio, la jella, la sfortuna, la scaramanzia, sono parti integranti della cultura di Napoli e dei napoletani da sempre legati a questo rito propiziatorio – scrive la dirigente Vaccaro di suo pugno.
E prosegue – Magia e superstizione si diffondono fin dai tempi più remoti nell’atmosfera partenopea: ‘o munaciello, ‘a bella ‘mbriana, la smorfia, il corno portafortuna sono solo alcuni degli elementi distintivi delle credenze napoletane», chapeau alla dirigente dell’«Unità operativa organizzazione di eventi di rilievo nazionale e internazionale» del Comune di Napoli.
E’ ancora impresso nella memoria di tanti, un precedente tutto casertano. Il Corno dell’ex sindaco Pio Del Gaudio istallato fuori la Reggia di Caserta, che fece accendere i riflettori su Caserta. A dispetto del titolo dell’opera scelto dall’autore, “Good Luck, Caserta“, il corno si trasformò sin da subito in pomo della discordia istituzionale. Da un lato il sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, che giustificò la scelta di far mettere il corno in piazza Carlo III come frutto “di una provocazione forte, fatta per suscitare l’interesse sulla città e sui problemi della Reggia”.
Su posizioni diametralmente opposte l’allora sovrintendente ai Beni Culturali (gli uffici hanno sede nella Reggia) Paola Raffaella David che, poche ore dopo il posizionamento dell’opera, ne chiese l’immediata rimozione contestando anche la circostanza che il Comune non avesse chiesto alcuna autorizzazione per l’installazione, nonostante l’esistenza di un vincolo sulla piazza che rendeva necessario il parere della Sovrintendenza. La David trovò anche l’appoggio del Ministero per i Beni Culturali che inviò a Caserta per una riunione d’urgenza il segretario generale .
Dalle decine di migliaia di euro di fondi per la cultura spesi per quest’opera, all’effettiva utilità di una spesa del genere, al suo posizionamento dinanzi ad uno di quelli che dovrebbe essere il monumento da cui iniziare un serio percorso di sviluppo turistico e, ultimo ma non l’ultimo, il futuro da dargli. Dal momento in cui si decise di smantellare tutto e togliere di mezzo la struttura ( si badi bene, la Reggia continua a versare in uno stato di degrado unico nel panorama dei monumenti nazionali, ma siamo a Caserta e questo non interessa a nessuno ) ci sono stati diversi avvistamenti del corno steso ed abbandonato alle intemperie nei posti più svariati. L’ultima segnalazione sembra che il CORNO si trovi sdraiato nel cortile della motorizzazione. In attesa di cosa, non si sa. Ma per ora resta ancora lí…Kest’è !
il post di oggi 16 giugno su facebook dell’ex sindaco Pio Del Gaudio a riguardo
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