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Drone porta droga e cellulari intercettato sull’istituto penitenziario di Carinola

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SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un duro colpo al traffico di droga nelle carceri e un chiaro messaggio a coloro che dietro le sbarre vorrebbero trasformare gli istituti penitenziari in mercati di droga, replicando ciò che accade nel mondo esterno.

Così il Procuratore Aggiunto di Santa Maria Capua Vetere, Carmine Renzulli, ha spiegato l’operazione condotta dai Carabinieri di Caserta, che hanno arrestato quattro individui nei pressi del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Gli individui, residenti nelle vicine città di Marcianise e Portico di Caserta, tra cui alcuni parenti dei detenuti, trasportavano hashish, cocaina e telefoni cellulari nel loro veicolo. Avevano l’intenzione di caricare tali oggetti su un drone e consegnarli a un detenuto non identificato.

I quattro individui, Andrea Raucci (38 anni) di Marcianise, Diamante Nebbia (37 anni) di Casaluce, Carmela Liccardo (49 anni) di Santa Maria Capua Vetere e Laura Cristina Iodice (32 anni) originaria della Colombia, avranno la loro detenzione convalidata dal Giudice Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere il 19 luglio.

“È un fatto acclarato”, ha dichiarato Renzulli durante una conferenza stampa, “che il traffico di droga è diffuso nelle carceri di Caserta, in particolare a Carinola e Santa Maria Capua Vetere. Questo non riguarda solo i familiari che vengono sorpresi con droga destinata ai parenti detenuti per il consumo in carcere, ma si tratta di un’effettiva attività di traffico che riesce a far entrare quantità significative di stupefacenti nei penitenziari”.

Le carceri stanno ora replicando le dinamiche criminali del mondo esterno, con bande rivali di traffico di droga operanti al loro interno. Incidenti simili sono accaduti alcune settimane fa a Carinola, quando si sono verificati scontri tra gruppi rivali di detenuti. Le indagini su quegli incidenti sono ancora in corso, ma Renzulli descrive la situazione all’interno delle carceri come “allarmante”. L’arresto recente dei quattro individui conferma questa tendenza, poiché il drone doveva consegnare droga e telefoni cellulari. Quasi ogni giorno, la polizia penitenziaria sequestra droga e cellulari all’interno delle strutture carcerarie.

Le forze dell’ordine continueranno a monitorare attentamente le attività intorno al carcere dall’esterno, conferma il Procuratore Aggiunto Renzulli. Il messaggio che vogliono trasmettere è chiaro: le carceri devono essere luoghi in cui si sconta una pena con l’obiettivo di rieducare e reinserire i detenuti, non mercati di droga o luoghi di attività illegali.

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