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Dissequestrata la Sala delle Dame nella Reggia, ma…

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 CASERTA – Il direttore della Reggia Mauro Felicori, aveva presentato istanza di dissequestro della Sala delle Dame della Reggia di Caserta.dove ​lo scorso 10 dicembre è avvenuto il distacco di parte dell’intonaco.

La Procura della Repubblic​a​ di Santa Maria Capua Vetere, ha disposto​ il dissequestro temporaneo della Sala delle Dame,  e delle 5 sale che la precedono lungo il percorso di visita.   Il provvedimento, spiega una nota della Reggia di Caserta, «​permette di riprendere i lavori necessari che gli uffici del ​M​useo avevano subito avviato per provvedere alla conservazione e catalogazione dei frammenti di intonaco distaccatisi dall’intradosso della piattabanda del vano finestra e, in via cautelativa, alla verifica dello strato di adesione dell’intonaco nei vani finestra del prospetto meridionale dell’appartamento storico e negli intradosso voltati delle sale adiacenti​». Le visite agli Appartamenti storici proseguiranno lungo l’itinerario alternativo precedentemente individuato.

Qualcuno si è recato sul luogo e apprendiamo che  tutto procede normalmente, anzi gli addetti  non sembrano neppure preoccupati, benché ammettano «un nostro collega solo per caso non si è fatto male quando è caduto il soffitto». Poi rifletto e uno di loro aggiunge che la via di fuga che costeggia le stanze è «proprio questa – indicando il corridoio tra gli Appartamenti – ma bisogna trovarla perché non ci sono le indicazioni». «Speriamo che non succeda nulla, in tal caso – aggiunge sorridente uno di loro – i turisti verso la via di fuga  li accompagniamo noi». Tanta buona volontà, ma è chiaro che potrebbe non bastare.

Attraversare gli spazi enormi di sale che si succedono l’una dopo l’altra, per fuggire in caso di pericolo in direzione delle scale, potrebbe rivelarsi impresa assai ardua. I custodi fanno gli scongiuri, ma quando invano provano ad aprire l’uscita di sicurezza che si trova tra le stanze e il salone della mostra «Terrae Motus», anche loro iniziano a preoccuparsi. Il maniglione antipanico si abbassa a vuoto. L’uscita di sicurezza è chiusa a chiave. «Gli addetti dovrebbero aprirla la mattina e chiuderla la sera, ma non sempre accade», spiega un anziano custode. Ma è dalla sala in cui è allestito il presepe che si accede a una stanza dove ci si imbatte in una situazione ai limiti del credibile. Perché si fa davvero tanta fatica a credere che quella celata da una tenda e interdetta da un cancello sia veramente un’uscita di sicurezza.

Una uscita di sicurezza che dovrebbe servire sia ai dipendenti «che lavorano negli uffici della Sovrintendenza al piano superiore e ai visitatori», spiegano i custodi. Il portellone da loro indicato come un’uscita di emergenza si trova dietro un cancello di ferro chiuso a chiave. E il maniglione è bloccato da catena e catenaccio.

Sembra fuori uso e inutile. Forse lo è. Ma se non sono quelle le uscite di sicurezza vien da chiedersi quali siano. E in che modo i visitatori e i dipendenti, in caso di pericolo e con le migliaia di presenze che il Monumento attira ogni fine settimana, raggiungerebbero le scale di emergenza che, invece, sono regolarmente segnalate. Il problema sarebbe arrivarci, alle rampe d’uscita. Magari al buio e con la ressa.
E la Reggia, impassibile, sta a guardare, tra lifting costati milioni di euro che certo non possono cancellare del tutto le tracce del tempo che passa. Anche per la casa del re. Dove, per esempio, la sala del presepe è solcata da profonde crepe che corrono dal pavimento fin su al soffitto. E qualche estintore non revisionato è usato quasi come fermaporta….Kest’è !

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