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Corruzione: Arresti Domiciliari per il Giudice Enrico Caria

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“Ha commesso reiterate violazioni ai doveri di lealtà e imparzialità nell’esercizio delle funzioni di giudice delegato tanto da consentire la conclusione che l’incarico presso la sezione fallimentare era per lui anche un canale di entrate integrative per mantenere un tenore di vita probabilmente superiore a quello che il magistrato avrebbe potuto permettersi facendo unicamente affidamento sulle sole fonti lecite di guadagno”

Questo è il motivo per il quale , il Tribunale  del Riesame  di Roma, accogliendo in parte quanto chiesto dal Pm Stefano Rocco Fava e dal Procuratore aggiunto Paolo Ielo, ha disposto per Enrico Caria, già giudice della sezione fallimentare del Tribunale di Napoli Nord e poi di quello di Santa Maria Capua Vetere, la misura degli arresti domiciliari per il reato  di corruzione.

Mentre nei confronti della fidanzata di Caria, Daniela D’Orsi; dell’architetto Giancarlo Piro Calise, del consulente Alessandro Colaci e del commissario giudiziale Alfredo Mazzei( uno dei testimoni principali del caso Consip) il collegio ha emesso la misura interdittiva per la durata di un anno.

L’indagine riguarda presunti illeciti legati all’assegnazione di incarichi a commercialisti ed avvocati nominati di volta in volta nelle procedure di fallimento. Secondo il riesame è “concreto il pericolo di reiterazione del reato in quanto fondato su elementi reali e non ipotetici” ed “è comunque emersa una spiccata tendenza di Caria a chiedere e ad accettare favori e regalie dai professionisti con cui veniva in contatto, a dimostrazione del fatto che quella di ricevere utilità era per lui una vera e propria prassi, una consolidata modalità di esercizio del potere giurisdizionale. Più in generale, sottolinea  il Riesame, si è riscontrata la tendenza dell’indagato a intessere e mantenere una fitta rete di relazioni personali nell’ambito della quale, a prescindere dalla rilevanza penale delle condotte, si assiste ad una pericolosa confusione tra interessi personali e impiego di prerogative riconosciute in virtù del ruolo pubblico ricoperto”.

Caria replica alle accuse: “Errori macroscopici che non potranno non essere rilevati dalla Cassazione. In particolare, il Tribunale del Riesame ha ribaltato la tesi del Gip secondo cui l’esistenza di rapporti di frequentazione induce a ricondurre entro le ordinarie dinamiche delle relazioni interpersonali la maggior parte delle modeste regalie e piccole utilità rappresentative nell’ottica dell’accusa della certa mercificazione della funzione giudiziaria, mentre con maggiore aderenza alle regole di comune esperienza e del buon senso, le stesse sono più plausibilmente espressive di forme di cortesia ed estemporanee liberalità non infrequenti tra persone legate da vincoli di amicizia. Sempre il Gip – si legge nella nota – ha ritenuto che nell’ottica del pm (e quindi del Riesame), non si spiega perché il Caria si sia sentito sempre in dovere di contraccambiare con medesime regalie le cortesie ricevute”. Ed ancora la difesa di Caria aggiunge: “Ci siamo scontrati con una realtà investigativa inquietante. Sono riportate solo intercettazioni parziali con sunti e valutazioni effettuate dalla polizia giudiziaria funzionali esclusivamente a sostenere la tesi dell’accusa. Tali sunti sono stati acriticamente trasposti nel testo del provvedimento, in assenza di un effettivo controllo giurisdizionale, sia da parte del pm sia da parte del Tribunale. Altrettanto disarmante è la realtà giudiziaria con cui ci siamo scontrati come comuni cittadini e cioè la materiale impossibilità di accedere a tutto il materiale investigativo rappresentato da intercettazioni, essendo anche andato smarrito un cd”. Conclude Caria: “Ho dovuto assistere in modo impotente alla pronuncia del tribunale che ha dato per avvenuti fatti mai verificatisi”.                                               Venti sono gli indagati, mentre lunedì c’è un’udienza camerale nella quale si discute una richiesta di proroga. Decine di professionisti sotto accusa. Il Riesame non ha dubbi nel valutare intercettazioni e atti di polizia giudiziaria. 

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