Era l’alba del 7 dicembre 2011 quando gli investigatori della squadra mobile di Napoli e Caserta fecero irruzione nella villetta della famiglia di Vincenzo Inquieto (condannato poi con la moglie Rosaria Massa per favoreggiamento), in via Mascagni a Casapesenna, in provincia di Caserta. Fu lì che, dopo ore di ricerche e picconate, sfondando varie pareti, si arrese e fu catturato il boss dei Casalesi, Michele Zagaria, una latitanza durata per oltre un decennio.
Oggi 17 febbraio parte la complessa operazione tecnica di demolizione dell’edificio bunker nel quale fu catturato il boss Michele Zagaria a Casapesenna. Il progetto di demolizione controllata è stato realizzato dal Corpo nazionale dei Vigili del fuoco utilizzando le più avanzate strumentazioni e attrezzature tecniche e prevedendo l’impiego di personale e mezzi speciali per le demolizioni e l’abbattimento di elementi strutturali di grandi dimensioni. Le operazioni, molto complesse e da svolgere in ristretti spazi di lavoro, impiegheranno ogni giorno 4 mezzi operativi e 24 vigili del fuoco provenienti da diversi comandi, in coordinamento con la Prefettura di Caserta, le forze dell’ordine, la Regione Campania e il Comune di Casapesenna.
“La partecipazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alle operazioni per la demolizione della villa-bunker a Casapesenna (Caserta), che ha ospitato il covo del boss dei Casalesi Michele Zagaria negli ultimi anni della sua latitanza, è un’importante testimonianza della presenza dello Stato. Oggi simbolicamente distruggiamo il passato e ripartiamo dal vero valore aggiunto di questa terra: i tanti cittadini perbene. Dove la camorra ha lasciato le macerie, lo Stato e le istituzioni lavorano insieme per ricostruire e ribadire che la legalità è un diritto ed è la base per il futuro dei nostri figli”. Così il deputato della Lega, Gianpiero Zinzi, oggi a Casapesenna.
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