Conte ha di fatto usato la tv per mettere nel mirino i partiti del centrodestra per distogliere l’attenzione dalla Caporetto dell’esecutivo raccolta in Europa.
I giallorossi hanno dovuto ingoiare il rospo del no ai coronabond e il sì ad un Mes calmierato che però potrebbe portare l’Italia sotto il tacco di Bruxelles.
E il maldestro tentativo del premier di usare la tv per regolare i conti è scomposto e pieno di inesattezze. Per non chiamarle bubbole.
La più pesante di tutte arriva dopo l’annuncio del lockdown prolungato fino al 3 maggio.
E nel mirino c’è proprio tutto il centrodestra: “L’Italia accetta di discutere il Mes non confezionato perché questi Paesi ce lo chiedono. Qualcuno dice è una trappola, allora chi ha confezionato questa trappola si assuma la responsabilità. Era il 2012, io non c’ero, c’era un governo di centrodestra e se non sbaglio la Meloni era ministro”. Parole pesantissime, dette, ripetiamo, in tv in diretta.
Di fatto il governo del centrodestra a cui si riferisce Conte è caduto l’11 novembre del 2011. Il Mes è nato il 27 settembre del 2012. Quasi un anno dopo. A palazzo Chigi c’era Mario Monti e la Meloni non faceva certo parte di quel governo. Due inesattezze pesanti che rischiano di confondere gli italiani.
E a rinfrescare la memoria al premier c’ha pensato proprio la leader di Fratelli d’Italia: “Presidente Conte, nel 2012 al Governo non c’ero io, c’era Monti. Non è bello usare la televisione di Stato per diffondere fake news”.
https://www.facebook.com/giorgiameloni.paginaufficiale/videos/681904672639938/
Parole ripetute anche da Matteo Salvini e da tutto il centrodestra che di fatto chiede al premier toni più moderati e soprattutto il rispetto delle opposizioni. L’uscita del premier è stata così fuori luogo che perfino il direttore di tgLa7, Enrico Mentana, si è lasciato andare ad un commento piuttosto chiaro: “Se possiamo dire, l’avremmo francamente evitato.
Se l’avessimo saputo, non avremmo mandato in onda quella parte della conferenza stampa”. Insomma questa volta il premier ha davvero abbandonato gli abiti del suo fare “anglosassone” col velo di pacatezza che lo accompagna per accusare (a colpi di fake news) le opposizioni su un pasticcio, quello in sede europea sul Mes, che ha la firma dei giallorossi e del ministro del Tesoro Gualtieri.
Conte ha varcato un limite, quello del rispetto del dialogo fra maggioranza e opposizione.
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