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A tutti i Cittadini del Capoluogo – e non solo – è ben noto l’exitus che ha avuto una delle tante vicende “alla casertana”, quella del parcheggio dell’Ospedale Civile che, nonostante gli encomiabili sforzi di chi con abnegazione e dedizione vi continua pervicacemente a prestare la propria opera professionale, affinché sia davvero degno della qualifica che porta di “Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione”, passa alle cronache troppo spesso per squallide vicende – molte delle quali figlie di rapporti perversi tra politica e criminalità organizzata – piuttosto che per i brillanti successi medici e scientifici che vi si raggiungono.
Nuovamente l’Amministrazione Comunale è ricorsa ad una sorta di provvedimento in extremis di autotutela, che fa seguito a quello a dir poco surreale relativo al “bando” di gara per l’affidamento del servizio di riscossione dei tributi, dapprima licenziato dagli Uffici Comunali, nella Consiliatura corrente, e, poi, trasmesso da chi governa la Città all’Autorità Nazionale Anticorruzione, come se a redigerlo fosse stato un ente terzo, sulla cui moralità si dubita, non prima che qualcuno avesse già iniziato a fiutare nell’aria l’intervento della Magistratura e che lo scrivente avesse avviato, per il tramite di un Consigliere in carica, le procedure di accesso agli atti, per poi affidarli al vaglio di chi di dovere, ove del caso.
Per anni, ancora una volta, anche sulla vicenda che ci occupa sarebbero prevalsi interessi clientelari di politici locali, pronti a dare e promettere di tutto, in cambio di voti e benefit, molti dei quali, protagonisti di stagioni passate, che,nella fase attuale, incredibilmente, ricoprono primari incarichi amministrativi, osando addirittura lanciarsi alla conquista di nuove poltrone, nonostante il fallimento assoluto della propria azione politica, evidenziato non appena hanno avuto una chancedi dimostrare cosa sapessero fare.
Pensare che, ahinoi, c’è ancora chi è disposto a dare fiducia a questi personaggi sempre più oscuri, sia tra l’elettorato comune (e questo è veramente allucinante) che tra quello “qualificato”, creato a tavolino dal duo Renzi-Del Rio, che pensavamo di avere archiviato con la Boschi ed il resto del “cerchio magico” gigliato (alla fiorentina, non certo alla duosiciliana), a seguito del rovinoso esito (per loro) del referendum costituzionale, a mezzo del quale, se avesse prevalso il “sì”un’intera Nazione sarebbe stata definitivamente svenduta a poteri tanto forti, quanto assolutamente ultronei.
Invece, tutti lì, tanto a livello nazionale che locale, a continuare a fare danni.
Italiani, “Popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori” e…. di masochisti!
E così, in una Città sempre più da Guinnes dei Primati in negativo, anche il parcheggio del nosocomio è impraticabile (in realtà, sia pur parzialmente, lo era già da tempo,a causa delle voragini apertesi all’interno di esso e per la porzione adibita a “scasso improvvisato”).
Un problema, almeno in apparenza, banale, atteso che, a qualsiasi altra “latitudine”, sarebbe stato risolto con l’adozione di soluzioni alternative in ventiquattro-quarantott’ore.
Ma Caserta, non potendo strappare a Roma il primato di “Città Eterna” né sul piano storico, né, tantomeno, su quello monumentale, evidentemente tenta di meritarsi questo epiteto per la cronicizzazione delle problematiche irrisolte, a causadell’incapacità e, talora, della malafede di una classe politica che, con rare eccezioni, appare tutta chiusa su se stessa, sui propri affari, sulla ricerca di clientes da compiacere, in un vero e proprio “risiko” meschino, che a qualcuno dà l’ebbrezza di “potere” (non si sa cosa).
In questo contesto le cosiddette “opposizioni” non sono da meno: chi crede di comandare, elargisce loro un contentino e subito zittiscono, portando in Consiglio Comunale temi da “sesso degli angeli”, per non occuparsi dei veri e propri drammi che i Casertani quotidianamente vivono, uno per tutti, la qualsivoglia mancanza di un’idea di futuro per la Città, soprattutto sul piano occupazionale.
Certo, non si può “fare di tutte le erbe un fascio” e, di fatti, all’interno delle varie anime della minoranza qualche elemento caratterizzante pur si riesce a distinguerlo: c’è chi cerca di costruire ville anche dove non si può, e chi preferisce limitarsi ad “okkupare” villette.Ma la sostanza cambia?!
E, così, a Casertaproblemi “banali” possono diventare montagne invalicabili, più alte dell’Everest.
Oramai da settimane non solo gli utenti dell’ospedale – persone che se vi si recano, evidentemente hanno già problemi, magari anche seri – ma anche il Personale medico-infermieristico deve combattere una battaglia in più, quella per trovare un posto dove lasciare la propria autovettura in sosta.
Già, perché l’area riservata ai Dipendenti di ogni ordine e grado- come è, o dovrebbe essere noto a tutti – non basta a ricoprire il fabbisogno, di tal che anche chi lavora all’interno della struttura per anni si è visto costretto, alla bisogna, ad usufruire del parcheggio per l’utenza.
Sta di fatto che, negli ultimi giorni, costantemente si assiste a scene grottesche di medici e infermieri che non possono prendere servizio perché non riescono a sbarazzarsi dell’auto e di pazienti che rischiano di perdere visite prenotate magari mesi prima, per la stessa ragione.
Per non parlare del vero e proprio dramma che il personale della struttura – fatto, in granparte, anche di donne -vive allorquando deve svolgere il turno di notte.
Coloro che, ingenuamente, avevano pensato, stante l’emergenza, di poter parcheggiare la propria auto a ridosso del muro di cinta dell’Ospedale, lungo via La Pira, nel riprenderla hanno spesso trovato la triste sorpresa di una (salata) contravvenzione, in un inusitato furore attivistico da parte degli Organi preposti, che non si ricorda, a memoria, su quella strada.
Si badi, lungi da me attribuire responsabilità al benemerito Corpo di Polizia Municipale della nostra Città, il cui Personale, allorquando eleva contravvenzioni per divieto di sosta (od altro), non fa altro che compiere un proprio precipuo dovere.
D’altra parte tutti sanno che per me le Forze Armate – e, più in generale, quelle dell’Ordine – sono sacre (e non potrebbe non essere così per chi è nipote abiatico, per parte paterna, di una Medaglia d’Argento al Valor Militare e pronipote abiatico (dal ramo materno) di un Colonnello dei Regi Carabinieri).
Il problema è, ancora una volta, politico-amministrativo: in ogni altra Città, ad un evento che ha assunto i connotati dell’emergenza, il Sindaco avrebbe risposto con un’ordinanza contingibile ed urgente, volta a sospendere temporaneamenteil divieto di sosta che opera a via La Pira, sul lato che costeggia il muro di cinta dell’Ospedale, creando, così, un’apposita area di parcheggio gratuito a bordo strada,a ridosso della struttura.
Perché con buona pace di chi “governa” Caserta, i conti della lavandaia in ossequio ai quali, nelle zone limitrofe all’ospedale, vi sarebbero ben seicento posti auto a disposizione dell’utenza si infrangono di fronte a tre evidenze: 1)non si può pretendere che un paziente, soprattutto se anziano o con ridotte abilità motorie, debba compiere anche un solo passo in più per accedere ad un nosocomio (e, nel “piano” enfaticamente propagandato dall’Amministrazione, le aree di sosta previste distano, in alcuni casi, centinaia di metri); 2) vi è una precipua Giurisprudenza della Suprema Corte che ha affermato il principio (mai smentito successivamente) per il quale le aree di parcheggio a pagamento devono essere eguagliate dallo stesso numero di spazi di sosta gratuiti, addirittura strada per strada; 3) i posti cui fa riferimento l’Amministrazione a malapena riescono a far fronte alle esigenze di coloro che risiedono e/o operano nei quartieri che sorgono a ridosso dell’Ospedale.
Vero è che la sospensione del predetto divieto certo non vedrebbe il compiacimento dei “signori delle strisce blu”, che tanto si sono spesi per avere un’adeguata rappresentanza in Consiglio Comunale.
A meno chel’inerzia sin qui manifestata da parte dell’Amministrazionenon debba intendersi come una mera applicazione (sui generis) del principio della “par condicio”: se Magistrati, Avvocati, Personale di Cancelleria ed utenti della Sezione cittadina del Tribunale sono costretti ad un vero e proprio “valico dei rifiuti” per raggiungere il Foro, sarebbe anche giusto (secondo chi governa la Città) che Medici, Infermieri, Personale tecnico-amministrativo ed utenza del nosocomio debbano invocare il mago Silvan per far sparire le loro automobili, una volta raggiunto, a bordo di esse, l’Ospedale Civile, salvo ingoiarle, come novelli mangiaspadedel terzo millennio!
Per la serie: un disagio per uno…..
Avvocato Marino, anche alla luce di quest’ultima vicenda, ci spiegherebbe (come vede riprendo la sana abitudine del “lei”), una volta e per tutte, cosa vuol dire per lei amministrare una Città?
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Questa in calce è la lettera dell’ Ing. Luigi Cobianchi ex consigliere comunale di Caserta.
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