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Comune di Caserta contro Cogein , oggi si decide sul parcheggio interrato di piazza Carlo di Borbone

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Caserta – Nuovo round in tribunale questa mattina tra il Comune di Caserta e il consorzio Cogein sul parcheggio interrato di piazza Carlo di Borbone. Una vicenda giudiziaria che rischia di innescare non pochi problemi sul piano della mobilità e della sosta. Se il giudice non confermerà la sospensione dello sgombero, la città si ritroverà di colpo priva di circa 950 posti auto sebbene la struttura non sia aperta 24 ore su 24 e non sempre sia piena. Almeno fino all’aggiudicazione di una nuova gara, come annunciato dal Comune.
E ciò in un momento in cui quello di piazza Carlo di Borbone risulta l’unico dei mega parcheggi attivi sul territorio dopo la chiusura, avvenuta nel 2018, del parking di piazza IV novembre, e i continui rinvii nella riapertura dell’area dell’ex caserma Pollio in via Vittorio Veneto. Stando alle recenti indicazioni del Comune, quest’ultima dovrebbe, secondo l’ultimo di una serie di annunci, tornare operativa a metà giugno con appena 150 stalli ma intanto è giallo sui motivi del ritardo che si protrae da sei mesi. Per la riattivazione del parcheggio, secondo le versioni ufficiali, mancherebbe soltanto la firma del contratto con la società che si è aggiudicata il bando ma il dubbio è che siano subentrati ostacoli di natura burocratica.In merito all’udienza di oggi su piazza Carlo di Borbone, il giudice dovrà pronunciarsi sull’ordinanza di sgombero emanata dal Comune il 3 maggio contro la quale ha presentato ricorso al Tar Campania il consorzio che gestisce l’impianto sin dalla sua realizzazione negli anni 90. Il Comune ha intimato a Cogein di liberare il compendio perché non esiste allo stato un rapporto di locazione dell’immobile. La convenzione per la gestione dell’area, sottoscritta nel 1991, è stata infatti dichiarata nulla prima dal Tar con sentenza numero 2661 del 2014 e poi dal Consiglio di Stato con sentenza numero 5231 del 2019. Da qui l’ordinanza del 3 maggio che obbligava a lasciare il parcheggio entro il 18 maggio. L’atto è stato però impugnato dal consorzio che ha chiesto e ottenuto dal giudice una sospensiva dello sgombero nelle more dell’udienza di oggi. Per Cogein l’ordinanza è “illegittima e ingiusta”. Pur riconoscendo la decadenza della convenzione, il consorzio ritiene che l’annullamento dell’atto di concessione sia il frutto di una inadempienza amministrativa del Comune, responsabile di non aver perfezionato gli atti con il Demanio, proprietario dell’area fino al 2017. Il tribunale oggi dovrà decidere dunque se accogliere la sospensione dell’ordinanza e rinviare quindi lo sgombero o se rigettare la richiesta di sospensiva e restituire efficacia all’atto dell’amministrazione.

Per il Comune, rappresentato in questa vertenza dall’avvocato Pasquale Marotta, c’è innanzitutto un difetto di giurisdizione «perché si apprende dalla memoria difensiva la competenza del ricorso in esame sarebbe del giudice ordinario e non di quello amministrativo». In più il legale evidenzia anche un profilo di inammissibilità del ricorso legato al fatto che un provvedimento analogo adottato dal Comune nei confronti del consorzio il 17 maggio 2022 non venne impugnato da Cogein.

«L’omessa impugnativa di quell’atto di diffida spiega Marotta rende dunque inammissibile il presente ricorso». Infine viene contestata l’infondatezza del ricorso anche in relazione alla destinazione d’uso dell’area. «Contrariamente a quanto ritenuto dal ricorrente conclude il legale il compendio di piazza Carlo di Borbone fa parte del patrimonio indisponibile dell’amministrazione in quanto destinato a svolgere una funzione pubblica». Il consorzio, difeso dall’avvocato Paolo Centore, nel suo impianto difensivo ha sottolineato invece la complessità di una vicenda che risale agli anni Novanta e che meriterebbe un approfondimento anche alla luce della lunga acquiescenza del Comune «che solo nel 2012 si legge – ha disposto l’atto di annullamento della concessione». In più Cogein lamenta il fatto che non ci sia stato, prima dell’ordinanza, il contraddittorio previsto dalla legge 241 del ’90, che avrebbe consentito alle parti di confrontarsi e anche di raggiungere un accordo sulla liberazione dell’area «che non può avvenire in 15 giorni ma che necessita di almeno 60-90 giorni». Nel procedimento si è inserita con un intervento ad adiuvandum per sostenere le ragioni del consorzio e tutelare i suoi interessi anche la Sace, che fa parte dello stesso gruppo societario di Cogein, e che nei giorni scorsi ha notificato un atto di pignoramento relativo al parcheggio di piazza Carlo di Borbone con l’intento di recuperare un credito di oltre 2,5 milioni di euro vantato nei confronti del Comune.

 

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