La banda di estorsori con a capo Tammaro Scarano, sono stati arrestati, in seguito ad un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. La denuncia contro la richiesta estorsiva veniva presentata ai Carabinieri da parte di Vincenzo E.,titolare di una pescheria di Cesa , il quale ammetteva di aver accettato tale richiesta “per evitare qualsiasi problema”.
Il modus operandi per la richiesta del pizzo era sempre il solito, così come confermato anche da Tammaro Scarano, diventato collaboratore di giustizia lo scorso maggio: nel periodo natalizio dell’anno 2014, il Scarano si recava nel negozio della vittima e proponeva l’acquisto di penne come gadget pubblicitari, chiedendo la somma di 100 euro.
Il commerciante, dopo aver accettato, riceveva nuovamente la “visita” di Scarano “È tornato presso la mia pescheria -racconta la vittima – chiedendomi un acconto sulla somma ordinata, io proposi di dargli 20 euro, tuttavia lui mi disse che dovevo versargliene almeno 50 euro, cosa che di fatto feci. Da quel momento, pur avendolo incontrato in paese qualche altra volta, il medesimo non è fino ad oggi venuto in negozio per consegnarmi la merce, né per avvisarmi sullo stato dell’ordine”
Il proprietario della pescheria era a conoscenza dei trascorsi criminali di Scarano, poiché “in paese è conosciuto per essere stato in galera ed appartenente alla criminalità organizzata, anche per averlo letto sui giornali”, quindi, ha preferito pagare anche per evitare problemi: “Avendo io una famiglia e dei figli giovani che frequentano Cesa – dichiara la vittima – sapendo le frequentazioni del giovane che mi ha proposto l’acquisto delle penne, ho preferito accettare, per evitare qualsiasi problema”.
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