Nella centralissima via Cesare Battisti, tanti senza fissa dimora si sono insediati da tempo, prima nei pressi del Banco di Napoli,poi sotto i portici, ora sotto i portoni. <Prima erano due o tre – dice Maurizio Raimondi, coordinatore di Caserta Kest’è giovani – Ora sono più di una decina e il gruppo è in continua crescita>.
Sono quelli che qualche giorno fa, come ben noto,hanno creato problemi dando in escandescenza diventando anche aggressivi.I residenti hanno allertato le forze dell’ordine, chiedendo più volte l’intervento per far cessare lo stato di degrado. Purtroppo nella nostra città ci sono delle persone, che con un falso perbenismo,insieme ai radical chic cercano di minimizzare un problema di vasta portata, autoproclamandosi difensori dei clochard, senza offrire una valida e concreta alternativa al loro disagio.
UN PROBLEMA COMPLESSO
Qual è la linea di confine tra il clochard messo a dura prova dalla vita e l’ubriacone molesto. In realtà non esiste. È impossibile dividere le due categorie,perché riguarda persone senza fissa dimora che si rifugiano nell’alcol sia nel tentativo di dimenticare i problemi della vita , sia perché frustrati dalle avversità , cercano rifugio nell’alcol , finendo col dormire sui cartoni.
Ne consegue che è difficile capire sia la causa che l’effetto devastante che porta l’alcol perché sono problemi che toccano gli individui privi di fissa dimora che non vanno mai superficialmente giudicati , ma aiutati ,come fanno i servizi sociali e le associazioni di volontariato.
Una opera pia, appartenente ad una associazione di volontariato pretenderebbe, come esternato, che le persone senza fissa dimora, dovrebbero essere lasciate per strada ,sotto i porticati o nelle stazioni ferroviarie, fornendo loro solo un’aiuto morale e qualche pasto,ma non accompagnate presso le strutture preposte per l’accoglienza o in alcuni casi gravi , presso la struttura ospedaliera.
Un episodio che ha toccato la sensibilità di alcuni cittadini casertani , è quello accaduto venerdi 3 agosto, allorquando una clochard ha chiesto aiuto per soccorrere una sua amica ,vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di sconosciuti che oltre agli atti di violenza, avendogli tumefatto un occhio,l’hanno derubata delle poche monete in suo possesso.
Maurizio Raimondi coordinatore di Caserta kest’è giovani, presente all’accaduto, ha immediatamente richiesto l’intervento del 118 ,allertando anche i vigili urbani.
Nonostante l’intervento, palesemente umanitario , del giovane attivista, Maurizio Raimondi, lo stesso veniva minacciato da un clochard, il quale con un accento dell’est , gli ha proferito la seguente frase: ‘Razzista io a te tagliare la gola‘. Detta frase minacciosa è stata proferita dal clochard, noncurante della presenza dei vigili urbani, che non sono riusciti ad identificarlo perché si è dato alla fuga. Con l’intervento del 118, la donna aggredita è stata accompagnata al nosocomio di Caserta.
AD OGNUNO LE PROPRIE RESPONSABILITÀ
Quanto suddetto, è la conferma che la città di Caserta vive un problema di difficile soluzione , avendo svariati risvolti di origine sociale e soprattutto di accoglienza, perché l’amministrazione non ha alcuna struttura per poter sopperire a questa emergenza.Infatti , l’amministrazione comunale, benché consapevole dello stato di degrado provocato dai senza tetto,non adotta le dovute misure di prevenzione nell’interesse e a salvaguardia dell’intera cittadinanza.
LA DISPERATA RICHIESTA DI AIUTO DI ABITANTI E COMMERCIANTI
<È di solare evidenza – dice il Dr.Ciro Guerriero, presidente di Caserta Kest’è – che il gruppo di clochard è sempre più numeroso , non solo perché assumono diurnamente alcol, ma soprattutto perché imbrattano alcuni siti cittadini, fra questi il porticato di via Cesare Battisti, utilizzato anche per i bisogni corporali, ciò a discapito non solo degli abitanti di Caserta, ma anche dei numerosi turisti, essendo detta struttura a pochi passi dalla Reggia Vanvitelliana. Altro episodio,che ha visto da protagonisti i clochard è quello accaduto un mese fa ad un noto avvocato casertano , il quale per aver rifiutato di dargli dei soldi , è stato minacciato e messo in fuga .Sia chiaro , dice il Dr.Ciro Guerriero ,che la condizione di essere un senza tetto e dedito all’alcol comporta la rissa e quindi il mancato rispetto sia nei confronti dei residenti che degli operatori commerciali di via Cesare Battisti e zone limitrofe.Si auspica che l’amministrazione comunale si decida a prendere i dovuti provvedimenti perché fino ad oggi il valido supporto lo abbiamo ricevuto solo dalla polizia municipale che ha risposto prontamente ad ogni chiamata di emergenza , nell’interesse non solo dei cittadini, degli operatori commerciali e dei loro dipendenti, ma soprattutto dei turisti, per evitare che possano denigrare sia in Italia che all’estero , la nostra bellissima città.>
LA “QUESTIONE SANITARIA”
<Lasciare i clochard , dediti all’alcol,come sostiene Dr.Ciro Guerriero, presidente di Caserta Kest’è, comporta che gli stessi vadano in coma etilico che in alcuni casi porta il decesso. Motivo per cui ,il soccorso è d’obbligo ma ciò non elimina il problema, il quale deve essere risolto, con l’urgenza che il caso richiede, dall’amministrazione comunale, la quale senza indugio dovrà attivarsi per mettere a disposizione dei senza tetto, un’adeguata struttura di accoglienza.>
Il Dr.Ciro Guerriero , presidente di Caserta Kest’è è consapevole che sono situazioni sociali e di vivibilità che non possono essere tralasciate e neanche procrastinate – dice – perché i fatti esposti danneggiano non solo il
commercio ma soprattutto la serenità dei casertani e dei turisti,mettendo in alcuni casi in pericolo la loro sicurezza. Quanto suddetto, sono questioni che riguardano esclusivamente non solo l’amministrazione comunale di Caserta ma anche l’Ufficio del Governo ai quali si chiede formalmente un improcrastinabile intervento .>
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