Gli uomini che fumano la cannabis hanno più spermatozoi e livelli più alti di testosterone. E poco importa se si è consumatori attuali o ex fumatori: le concentrazioni di spermatozoi rispetto agli uomini che non hanno mai fumato cannabis sono più elevate. A raccontarlo sono i ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health nel loro studio appena pubblicato su Human Reproduction. “Queste scoperte suggeriscono quanto ancora poco sappiamo sugli effetti della cannabis sulla salute riproduttiva e, più in generale, sulla salute”, ha spiegato l’autore Jorge Chavarro. “I nostri risultati devono essere interpretati con cautela e sottolineano la necessità di studiare ulteriormente gli effetti sulla salute derivanti dall’uso di marijuana”.
Studi precedenti avevano dimostrato che il fumo di marijuana era associato a una peggiore qualità dello sperma, che viene valutata in base a diversi fattori, quali quantità, morfologia, mobilità e tempo di sopravvivenza degli spermatozoi. In uno studio dell’Università di Tor Vergata di Roma, per esempio, è stato osservato come il consumo cronico di cannabis fosse collegato a un calo della fertilità maschile. La maggior parte di questi risultati, tuttavia, provengono da sperimentazioni condotte su modelli animali oppure su uomini che ne facevano un consumo elevato.
Dalle analisi i ricercatori hanno osservato gli uomini che fumano moderatamente marijuana (sia fumatori attuali che ex fumatori, con un consumo moderato inteso come pari a due volte la settimana) hanno una concentrazione media di 62.7 milioni di spermatozoi per millilitro. Gli uomini che non hanno mai fumato marijuana ne possiedono in media 45,4 milioni. Inoltre, dai dati è emerso che soltanto il 5% dei fumatori di marijuana (sia ex che attuali) ha concentrazioni di spermatozoi inferiori a 15 milioni per millilitro (ovvero il valore soglia dei livelli considerati “normali” secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità), rispetto al 12% dei non fumatori. Lo studio, inoltre, ha anche evidenziato che tra i fumatori di marijuana, un uso della sostanza prolungato nel tempo (per circa venti anni consecutivi) era associato a livelli più alti di testosterone.
I ricercatori, tuttavia, sottolineano la presenza di alcune limitazioni del loro studio. Prima fra tutte il fatto che i partecipanti fossero tutti in una condizione di fertilità ridotta e in cerca di soluzioni nei centri specializzati. Vale a dire che questi dati non sono applicabili agli uomini della popolazione generale. Inoltre, i ricercatori hanno evidenziato che la qualità dello sperma è un indicatore di fertilità scarso. Ciò significa che questi risultati non dovrebbero essere interpretati in maniera errata, ovvero che l’uso della cannabis possa migliorare la fertilità maschile.
Prima di giungere a conclusioni affrettate, quindi, servirà ancora molto lavoro per poter capire se dietro a questi risultati ci sia una semplice associazione o un meccanismo biologico ben preciso. “Le nostre scoperte sono contrarie a quanto avevamo inizialmente ipotizzato, tuttavia sono coerenti con due interpretazioni diverse”, ha spiegato l’autore. La prima è che bassi livelli di uso di marijuana potrebbero favorire la produzione di sperma a causa dei suoi effetti sul sistema endocannabinoide , noto per svolgere un importante ruolo nella fertilità. “Un’interpretazione altrettanto plausibile è che le nostre scoperte potrebbero riflettere il fatto che gli uomini con livelli di testosterone più elevati hanno maggiori probabilità di assumere comportamenti più rischiosi, incluso fumare marijuana”.
Lascia un commento