CASERTA – kest’è ha incontrato Viola Ghibellini, la 17enne che ha aperto lo show di MAD MOOD MILANO fw e che racconta come la moda sia il futuro per ragazze come lei.
Volto sofisticato, grandi occhi nocciola, capelli castani e un corpo da predestinata della passerella. Viola Ghibellini 17 o, dai banchi del IV liceo scientifico di Bologna è atterrata direttamente sulla passerella del Mad Mood il 17 febbraio scorso.
L’ha scelta Marianna Miceli e Claudia Assettati, coadiuvata da Antonella Russo e Massimo Meschino il direttore creativo di Tresenvogue e la mtmevents per aprire la sfilata più ambita della maison italiana.
Incontriamo Viola ,questa è la sua prima intervista.
Viola, partiamo dal debutto da favola. Come si è sentita a uscire per prima nella sfilata milanese di Mad Mood Milano?
«Non ho pensato a nulla. E’ da circa 6 mesi che sfilo con abbastanza regolarità in più regioni e cose del genere, ma non si sapeva nemmeno se sarei stata scelta davvero io per aprire lo show. Ricordo solo che faceva caldissimo e avevo indosso un abito da sogno».
Compirà 18 anni in giugno e ha firmato un contratto di esclusiva con Tresenvogue. Come è successo?
«Sono alta, un metro e 80, e spesso mi sentivo dire: “Perché non fai la modella?”. Anche mia madre, me lo ripeteva e per gioco ho iniziato a fare qualche foto. Trovavo tutto molto divertente, così, dopo aver posato per alcuni fotografi, mia madre si è decisa a cercare un’agenzia, la Tresenvogue».
E come è andata?
«Ho fatto due casting per due grandi maison, ma non hanno avuto seguito. Poi si è presentata la vera occasione. “Massimo Meschino ti vuole per aprire la sfilata a Milano”, mi hanno annunciato. Non ci potevo credere».
Com’è una sfilata di Alta moda negli occhi di una 17enne?
«Finché non lo vivi non lo puoi immaginare. Mi è piaciuto tutto: le prove, il backstage, le ore ad aspettare, il parrucchiere, il truccatore, i tanti cambi di abito: non ero mai stanca. Ho anche girato un filmino riprendendo tutto il backstage».
Come modella sotto i 17 anni deve seguire delle regole particolari, vero?
«Sì, ci sono molte regole. Per esempio, non posso lavorare la domenica e dopo le 20».
Sei fidanzata con qualcuno?
«Al momento no».
Che cosa le piace del mondo della moda?
«Che cambia sempre. È un rito che si rinnova».
C’è una modella a cui si ispira?
«L’americana winnie harlow ».
Teme che diventare una top model la allontanerà dalle amiche?
«Non penso. Anzi, mi farà distinguere le vere amiche dalle false. Quelle autentiche ci saranno sempre, nonostante tutto, mi asseconderanno nelle decisioni e saranno felici per me».
Pensa che questo sia il lavoro della vita?
«Per ora lo vedo come un gioco. Può durare dieci anni, non credo di più».
Quindi non lascerà gli studi per fare solo la modella?
«Assolutamente no. Vorrei studiare lettere moderne».
Quanto conta avere sua madre sempre con lei in questo lavoro?
«Molto. Però, a Milano, ho notato che le altre ragazze erano sole».
E qual è la cosa più strana che le è capitata da quando è entrata in questo mondo di giovani top model?
«Per la prima volta in vita mia mi sono sentita come le altre: non ero la più alta di tutte».
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