CESA – Davide Carbisiero e il suo assassino si conoscevano. Il giovane ammazzato non aveva mai avuto problemi con le forze dell’ordine. Sabato sera, hanno accertato i carabinieri, Davide Carbisiero aveva accompagnato a casa la fidanzata per poi andare proprio alla sala slot, dove si è consumato l’omicidio.
Un litigio, forse per motivi banali, avrebbe innescato l’escalation culminata nell’omicidio del 19enne, colpito alla gola da un colpo di pistola calibro 8. A premere il grilletto sarebbe stato un ragazzo di appena 17 anni, ora fermato con l’accusa di omicidio aggravato da futili motivi.
Il delitto si è consumato in pochi attimi, all’interno di una sala slot situata in via Atellana a Cesa. Carbisiero, centrato alla giugulare, è morto dissanguato in pochi minuti, lasciando una scia di sangue e sgomento. La pistola utilizzata – una Beretta modello 85 a salve, ma modificata per sparare proiettili veri – è stata ritrovata in un’area indicata dallo stesso minorenne, dopo che i carabinieri del nucleo investigativo di Aversa lo hanno rintracciato grazie ai filmati delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private.
Il Tribunale per i minorenni di Napoli ha disposto il fermo del 17enne, mentre le indagini proseguono serrate anche con il supporto della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il contesto in cui è maturato l’omicidio, anche alla luce di presunti legami della vittima con l’ambiente criminale locale. In particolare, Carbisiero avrebbe avuto una relazione sentimentale con la figlia di Massimiliano Milone, ritenuto vicino ai circuiti dello spaccio di droga nella zona.
Un quadro inquietante, aggravato dalla facilità con cui giovanissimi riescono ad accedere ad armi da fuoco, anche solo modificate. Un elemento che ha scosso profondamente la comunità.
Il sindaco Guida: “Due famiglie distrutte, serve riflessione seria”
“Perdere la vita a 19 anni è qualcosa che lascia attoniti, qualunque sia il contesto in cui accade. E ciò che fa più paura è la facilità con cui dei minorenni riescono a procurarsi armi”, ha dichiarato con amarezza il sindaco di Cesa, Enzo Guida.
Il primo cittadino ha poi evidenziato come la rete di videosorveglianza comunale – che copre circa l’80% del territorio – abbia dato un contributo fondamentale alle indagini. “Siamo vicini alle famiglie coinvolte, entrambe sconvolte da questa tragedia, seppur per motivi diversi. Ma ora è il momento del silenzio e del rispetto”, ha concluso Guida.
Nel frattempo, gli inquirenti continuano a scavare nel passato e nelle frequentazioni di entrambi i giovani coinvolti, alla ricerca di quel tassello mancante che possa chiarire definitivamente la dinamica e le motivazioni dell’ennesimo dramma giovanile consumatosi nella provincia di Caserta.
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