A Caserta sono state selezionate dall’Istat e contattate dalla Croce Rossa 151 persone, ma solo meno del 50% ha aderito e ha risposto positivamente all’intervista.
E ancor meno quelli che poi alla fine concretamente si sono presentati in piazza Vanvitelli presso il camper della CRI agli appuntamenti del 5 e del 6 giugno per effettuare il prelievo di sangue.
Il motivo? Forse la paura di ritornare alla fase 1, il timore di un ritorno in quarantena bloccati in casa adesso che si è (quasi) tornati alla normalità e, soprattutto, al lavoro.
È evidente la diffidenza e la scarsissima adesione dei cittadini casertani all’indagine di sieroprevalenza avviata dal Ministero della salute e dall’Istat.
Una persona su sei dei selezionati si è presentata; mentre alcuni passanti, notando il camper della Croce Rossa fermo in piazza, chiedevano ai volontari se fosse possibile effettuare il test pur non essendo stati individuati nel campione statistico.
Ma, pur manifestando la propria volontà di offrire un servizio alla comunità, ovviamente non è stato possibile per gli operatori della Cri accettare la volontaria candidatura.
Sebbene la maggior parte dei cittadini selezionati in queste due giornate sembra non aver mostrato un grande entusiasmo nei confronti di questa iniziativa, è comunque innegabile il supporto dei tanti volontari e operatori dei comitati locali della Croce Rossa Italiana presenti in piazza a dare il proprio contributo al fianco del Ministero della Salute per combattere il coronavirus.
Epidemia che sta attanagliando sia sul fronte sanitario che su quello economico l’intero Paese.
Lo scopo dell’indagine, tuttavia, è quello di capire quante persone abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche nei soggetti asintomatici o con sintomatologia lieve. Così da poter stimare più precisamente la diffusione del virus su tutto il Paese e per indirizzare politiche di contenimento e di contrasto all’epidemia. Si tratta di un’indagine che, a livello nazionale, coinvolgerà ben 150 mila persone.
Lascia un commento