La situazione che descriviamo riguardo Caserta è davvero preoccupante. Il degrado che colpisce la città sembra essere il risultato di una gestione inefficace dei beni comuni, che non solo porta alla mancata valorizzazione di luoghi storici e culturali, ma anche a una serie di problematiche che sembrano sfuggire al controllo delle istituzioni locali.
Le diverse realtà del terzo settore e i comitati di cittadini che si sono mossi per migliorare la situazione dimostrano un forte senso di responsabilità civica, ma il fatto che non ci sia collaborazione tra il consiglio comunale e la giunta è un chiaro segnale di una leadership assente e di un’incapacità di risolvere le difficoltà in modo efficace.
L’Osservatorio cittadino dei beni comuni, nonostante le sue buone intenzioni, sembra trovarsi in un limbo a causa della questione dei patti di collaborazione annuali e della soppressione dell’ufficio che gestiva questi beni. La questione dei beni comuni diventa così una “partita” tra buone intenzioni e una gestione fallimentare delle risorse, a cui si aggiungono conflitti e divisioni tra le associazioni locali, che rendono ancor più difficile trovare soluzioni condivise.
L’elenco di luoghi e strutture in stato di abbandono che hai fornito fa riflettere: dalla Ex Caserma Sacchi alla Biblioteca Civica Ruggiero, dal Parco dei Colli Tifatini all’Ex Canapificio, la città sembra vivere in un continuo stato di paralisi. Molti progetti che potrebbero migliorare la qualità della vita cittadina non sono mai stati portati a termine, mentre altre aree, come il Parco degli Aranci o le Cavallerizze, sono lasciate al degrado, con danni che non solo riducono il patrimonio culturale, ma compromettono anche la bellezza e la funzionalità della città.
L’assenza di visione e di politiche coerenti per la gestione e il rilancio di questi spazi storici e culturali non fa altro che accrescere il divario tra le esigenze dei cittadini e le risposte delle istituzioni. È urgente trovare un punto di incontro tra amministrazione, cittadini e terzo settore per garantire la cura e la valorizzazione dei beni comuni, che rappresentano non solo un patrimonio materiale, ma anche un valore immateriale per la comunità.
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