Sette professori delle Facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli sono stati segnalati dalla Guardia di Finanza per danno erariale. Secondo gli accertamenti delle Fiamme gialle, i sette, oltre all’attività di insegnamento, ne svolgevano anche una privata senza esserne autorizzati. Secondo i finanzieri avrebbero percepito compensi illeciti per un totale complessivo di oltre 1,6 milioni di euro. I militari hanno svolto gli accertamenti per il periodo dal 2012 al 2016, posando l’attenzione su 15 docenti, sette dei quali segnalati. Sono così emersi i casi di un docente napoletano che ha fatturato oltre 1 milione di euro per attività professionali svolte a favore sia di importanti società petrolifere che di imprese del Casertano operanti nell’ambito del ciclo dei rifiuti, nonché quello di un professore di origini milanesi che ha svolto incarichi nei confronti di 22 committenti privati diversi. I professori, inoltre, non si sarebbero limitati ad operare solo nel territorio campano, ma avrebbero ricevuto incarichi professionali anche in diverse regioni del nord Italia.
A Caserta i finanzieri del nucleo di polizia Economico-Finanziaria hanno acquisito numerosa documentazione, scoprendo la “doppia professione” di molti docenti, in violazione del principio di esclusività del rapporto con la Pubblica amministrazione sancito dal Testo Unico sul Pubblico Impiego (decreto legislativo 165 del 2001).
La normativa vigente prevede che tutti i professori possano svolgere un’attività professionale di natura privata, a condizione però che optino per il regime a tempo definito con una conseguente riduzione di stipendio, mentre il regime a tempo pieno, che riguardava appunto i docenti coinvolti, è incompatibile con lo svolgimento di qualsiasi attività professionale, eccezione fatta per talune specifiche attività connesse all’insegnamento da svolgersi, comunque, previa esplicita autorizzazione del Rettore dell’Ateneo di appartenenza.
La Guardia di Finanza ha anche contestato sanzioni amministrative per oltre 2,5 milioni di euro a 51 soggetti, tra imprese e professionisti, che hanno beneficiato delle consulenze dei professori omettendo di richiedere preventivamente la prescritta autorizzazione all’Ateneo di riferimento. Dei suddetti 51 committenti privati, allo stato, 24 hanno già provveduto al pagamento della sanzione.
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