“Il casertano è un tipo concreto. Vive di realtà perché ne ha viste tante e conosce bene i suoi conterranei, sopratutto quelli che fanno politica. Però, al sogno di una Caserta migliore non intende rinunciare, c’è sempre la speranza che qualcosa possa cambiare.
Che sia chiaro, non spera in un consorzio dei comuni che riduca i costi ed ottimizzi i sevizi per i cittadini. E neanche spera in una politica comunale che applichi il “consumo suolo zero” , oppure che assicuri il welfare almeno agli anziani ed ai bisognosi, asili moderni o una ZTL di qualità.
Niente di questo! Perché il casertano si limita a sperare di veder soddisfatte almeno alcune esigenze importanti al vivere civile.
Come quella di poter accedere agli uffici comunali senza troppi intoppi, oppure attraversare le vie su strisce pedonali visibili, circolare con l’auto senza essere ostacolati dal parcheggio selvaggio o da buche che con le piogge si aprono come crateri, poter sedere su una panchina non sfondata, poter utilizzare affidabili mezzi pubblici urbani per ridurre lo smog, che fa ridere in una città senza industrie né opifici, ecc.ecc.
E quindi, alla fine, al casertano resta un’unico desiderio: che ad amministrare la città non siano sempre i soliti anche se “sotto altre vesti”, non siano più quelli che ogni giorno proclamano progetti da realizzare che restano tali, non siano più quelli che considerano lo scranno al comune solo come trampolino per chissà quale loro velleitaria ambizione o, peggio ancora, soltanto per miseri loro tornaconti. Insomma, vorrebbe che ad amministrare la città fossero persone nuove. Ma nuove dentro e fuori.
Di quelle che abbiano idee chiare e sappiano ciò che realmente serve alla città per poter uscire dal baratro in cui l’hanno cacciata anni ed anni di superficialità amministrativa e di malaffari. Egli, il casertano, sa di poter realizzare questo desiderio perché persone così ne esistono tante in città. Sono persone intelligenti, informate, affidabili anche per moralità.
Perché basterebbe cominciare con l’amministrare senza proclami , perché chi lavora per raddrizzare e migliorare la situazione della città, non fa chiacchiere ma fatti. Basterebbe ripulire, con qualsiasi mezzo, l’amministrazione civica di chi ha curricula giudiziari che sarebbe almeno da pazzi ancora ignorare. Basterebbe dare segni piccoli ma costanti e concreti dell’esistenza di una amministrazione attenta e partecipe della realtà cittadina e far così sparire dal web le migliaia di foto che, di continuo, lamentano e documentano il vergognoso e crescente degrado urbano. Basterebbe tentare il ritorno, almeno parziale, alla passata “città giardino” realizzando progetti seri e non speculativi col verde ancora esistente.
Ed allora basterà sapere che tale impegno, lo devono sopratutto per i propri figli o nipoti. Perché ridare la speranza di un futuro migliore significa offrire loro la possibilità di restare vicino ai propri affetti, nella loro città.
Allora cosa si aspetta? Basta lamentarsi! Bisogna avere il coraggio di osare e cambiare il futuro! Per una volta, l’elettore casertano abbia il coraggio di guardare lontano: lasci perdere il rapporto amicale, il misero tornaconto immediato o l’ingannevole promessa di chissà cosa.
Perché è diventato indispensabile che il casertano torni ad essere il cittadino che due secoli e mezzo fa ci credette e la creò questa città perché, come accadde allora, anche questa volta essa potrebbe ripagarlo non poco.
Ed allora si che Caserta potrebbe perfino tornare a far sognare.
Perché se tutti hanno diritto ai sogni, a maggior ragione ciò vale per chi non resta ad aspettarli realizzati dal cielo, ma sa crearne le premesse, anche con sacrifici”.
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