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Cambio della guardia in Confindustria, designato Carlo Bonomi

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Il 31esimo presidente che ha catalizzato 123 voti sui 183 espressi dal parlamentino di Confindustria, oltre il 67 % delle preferenze; nessuna scheda bianca, nessuna scheda nulla.

A Licia Mattioli, la sfidante, attuale vicepresidente di Confindustria, sono andati invece circa 60 voti. Confermati dunque i pronostici della vigilia.

All’ufficializzazione manca però ancora un passaggio, quella dell’assemblea privata che si terrà il 20 maggio prossimo, ma il clima in Confindustria oggi è quello delle grandi occasioni che non viene appannato neppure dall’inedito meccanismo della videoconferenza e del voto telematico imposti dall’epidemia di Coronavirus.
Accanto ai candidati, entrambi molto eleganti, lui in blu scuro e guanti celesti, lei, capelli legati, in tailleur nero e bianco e guanti bianchi, solo il presidente uscente, Vincenzo Boccia, e il direttore generale, Marcella Panucci.

E la cronaca di queste ore e il conto alla rovescia per l’imminente fine del lockdown hanno tenuto banco sia negli interventi degli industriali collegati in video che si sono succeduti prima della votazione, sia nelle parole che Bonomi ha dedicato alla sua Confindustria appena dopo l’elezione. “La gioia personale per questo risultato scema velocemente perché non posso non tenere conto della situazione particolare che tutti gli imprenditori stanno vivendo oggi in Italia. Non è tempo di gioire”, esordisce prima di assestare un fendente alla politica, al governo e anche ai sindacati rei, questi ultimi, di aver rimesso in pista, in tempi di lockdown, quella logica anti-industriale contro cui gli imprenditori lottano da sempre.

“Continueremo a portare la posizione di Confindustria su tutti i tavoli necessari rispetto ad una classe politica che mi sembra, in questo momento, molto smarrita e non ha idea della strada che deve percorrere questo paese“, è la rassicurazione che Bonomi invia alla base di viale dell’Astronomia. E ribadisce la posizione dura sulla riapertura anticipata delle aziende.

“Non si può andare avanti ad usare anacronistici codici Ateco che non rappresentano la manifattura di oggi e quella del futuro. La politica ci ha esposto ad un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta ritornando in maniera molto importante in questo Paese. Non pensavo più di sentire l’ingiuria verso le imprese che sarebbero indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente e quindi credo che noi dobbiamo rispondere a questo con assoluta fermezza”, dice.

E la strada da seguire, per Bonomi, è un’altra: “Il metodo prima delle date” perché L’Italia è stata posta in un regime fortemente restrittivo” mentre i nostri concorrenti in Europa continuano a produrre”. E vanno “benissimo” , aggiunge, “i comitati degli esperti ma la loro proliferazione dà il senso che la politica non ha capito e non sa dove arrivare. Abbiamo un comitato a settimana senza poteri, senza capire dove andare”. Una emergenza che impone per Bonomi una corsa contro il tempo “vero nemico del Paese”.

La soluzione a tutto questo dunque, conclude, non risiede “nel chiudersi nei propri confini” perché il mondo che si riaprirà “sarà un mondo globalizzato” ma occorre “riaprire le produzioni perché solo queste danno reddito e lavoro, e non certo lo Stato come padre che dispensa un favore, senza peraltro avere le risorse per farlo”. E poi “evitare assolutamente” la seconda ondata di contagio “che ci porterebbe a nuove misure di chiusure drammatiche e devastanti”, ad aggravare quella “tremenda voragine” che ha già scavato il Pil di un “Paese strutturalmente debole”.

Diluvio di commenti, di auguri e buon lavoro, a urne chiuse, dal mondo della politica e da quello imprenditoriale. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sottolinea come la nomina di Bonomi arrivi “in uno dei momenti più ardui e impegnativi della storia italiana del dopoguerra”. “Le aziende e i lavoratori italiani si trovano di fronte a una sfida senza precedenti: sconfiggere il virus, proteggere la nostra capacità industriale e gestire una graduale ripresa delle attività produttive in condizioni di sicurezza. Il governo è impegnato a sostenere il tessuto produttivo in questo difficile compito”, assicura Gualtieri che ringrazia anche il presidente uscente Vincenzo Boccia per il lavoro svolto in questi anni. “Sono convinto – sottolinea ancora – che il dialogo e la cooperazione con Confindustria proseguirà in maniera proficua per consentire al Paese di raggiungere l’obiettivo comune di superare questa crisi e costruire le condizioni per la ripresa”.

Tra i sindacati solo la Cisl di Annamaria Furlan ha salutato ufficialmente la designazione di Bonomi augurando che possa essere “un interlocutore importante del sindacato, in una fase di ricostruzione e di necessari cambiamenti del sistema produttivo per i quali le parti sociali sono chiamate ad esercitare un ruolo di guida, di innovazione e di responsabilità” . Bocche cucite al momento, invece, in casa Uil e Cgil che attendono l’ufficialità della elezione per esprimersi anche se l’augurio, si spiega da Corso Italia, è quello di poter continuare quella stagione “di collaborazione e dialogo”, pur nelle differenze di visioni, che negli ultimi anni ha prodotto ‘risultati importanti’.

 

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