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Bonaccini a Caserta: Non si siede, ma si alza sulla sedia ….per farsi sentire

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S. Leucio – Doveva incontrare i ‘compagni’ del partito in una sala interna del complesso voluto da Ferdinando IV nella colonia serica borbonica, oggi Patrimonio dell’Unesco. Ma i presenti erano troppi, tentano di far sapere che c’erano oltre 500. (secondo voi  da foto copertina c’erano 500 persone? Vabbè!!!) Allora hanno sceneggiato e deciso di restare all’aperto. Salgo su una sedia per farmi sentire da tutti – ha detto divertito Bonaccini – come nei comizi degli anni ‘70.

Bonaccini ha  subito toccato il nervo: il terma del reddito di cittadinanza, argomento sensibile, insieme all’occupazione e alla sicurezza, in Campania. «Serve un Mezzogiorno in cui le politiche non siano solo assistenzialiste in quanto non creano futuro – ha rilevato – ma siano politiche che aumentino gli investimenti, nelle infrastrutture, nell’industria, nel lavoro: per questo ho sempre difeso il reddito di cittadinanza, perché per chi è povero o in difficoltà la Stato ha il dovere di concedere qualcosa che permetta di arrivare a fine mese».

Il sud….il sistema del sostegno, per il candidato alla segreteria dem, ha avuto risultati positivi. «Ciò che non ha funzionato – ha detto – è l’altra parte delle politiche attive sul lavoro. Dobbiamo mettere in campo politiche che permettano a chi ha perso il lavoro di recuperarlo o a chi non lo ha mai trovato di poterlo fare. Il lavoro è una delle prime forme di dignità che la politica dovrebbe assicurare alle persone. Il Sud ha enormi potenzialità, ma dobbiamo accorciare le distanze da altre parti del Paese, evitando che si vada a diverse velocità. L’Italia potrà esprimere le sue potenzialità solo quando il Mezzogiorno avrà colmato qualche ritardo; ci sono tante cose straordinarie che questa terra bellissima ha, va accompagnata affinché siano garantite opportunità».

Le alleanze …nel centrosinistra è un altro dei temi cruciali. «Noi non abbiamo preclusioni verso nessuno – riflette Bonaccini – però allo stesso tempo non possiamo scegliere qualcuno in sostituzione di qualcun altro: saranno i programmi a dire se si potrà stare insieme. Il congresso serve a precisare la nostra identità, precisata questa si potrà parlare di alleanze. In questo Paese è sempre capitato che alleanze nei territori non sempre coincidono con quelle nazionali. Noi abbiamo per i prossimi mesi e per i prossimi anni alleanze da fare. La prima tappa sarà quella delle Europee, e lì si vota con il proporzionale, dopodiché abbiamo tante elezioni amministrative, dove le alleanze sono necessarie perché nessuno pensa di vincere da solo. Però le alleanze non si fanno a tavolino, si fanno sui programmi, sull’idea di futuro locale. I cittadini, in quel caso, scelgono al di la delle alleanze, scelgono se sei in grado di offrire un programma che raccolga la loro fiducia».

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