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Blitz dei carabinieri, 18 persone indagate, per estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione.

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L’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e coordinata dall’Antimafia ha portato all’emissione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare nei confronti di 18 persone indagate, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e reati contro la Pubblica Amministrazione. Queste persone sono coinvolte in presunte infiltrazioni della camorra negli uffici comunali di Caivano.

Tra gli indagati figurano:

  • Un ex consigliere comunale di Caivano, Giovanbattista Alibrico.
  • L’ex assessore comunale Carmine Peluso.
  • L’esponente politico Armando Falco.
  • Il tecnico comunale Martino Pezzella.
  • Il dirigente comunale Vincenzo Zampella.
  • Diversi imprenditori, tra cui Domenico Amico di Gricignano d’Aversa e sua figlia Michela Amico.

L’inchiesta ha rivelato presunti legami tra la camorra, l’amministrazione comunale e gli uffici comunali nella gestione degli appalti pubblici. Si sostiene che il clan ottenesse informazioni riservate dagli uffici comunali per imprimere il pizzo agli imprenditori vincitori delle gare d’appalto. Alcuni funzionari comunali avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra gli imprenditori e i camorristi nella richiesta di pagamenti estorsivi.

Dall’altro lato, si afferma che gli imprenditori taglieggiati avrebbero ottenuto appalti corrompendo politici e dirigenti comunali.

L’Antimafia afferma che il sistema a Caivano coinvolgeva il pagamento di tangenti agli uffici comunali da parte degli imprenditori per ottenere appalti, ma anche il pagamento di estorsioni al clan. In caso di mancato pagamento, si sarebbero verificate ritorsioni, come il blocco dei cantieri.

Nove persone erano già state sottoposte a fermo il 10 ottobre, e altre nove erano state indagate nell’ambito della stessa inchiesta. Tra questi, sei imprenditori sono stati posti agli arresti domiciliari nell’ultima azione dei carabinieri.

L’inchiesta prosegue per far luce su ulteriori dettagli di questa presunta infiltrazione mafiosa negli uffici comunali.

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