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Battiato, genio imprevedibile ed eclettico della musica italiana, ci ha lasciati

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Franco Battiato si è spento nella sua villa a Milo, in Sicilia. Aveva 76 anni. Il fratello Michele ci racconta commosso com’è morto e come ha vissuto la malattia che lo debilitava da tempo.

Sono molti gli omaggi che stanno arrivando per Battiato. “Ci ha lasciato un Maestro. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne”, scrive il ministro della Cultura, Dario Franceschini. “Il mio sincero, profondo dispiacere. Maestro. Poeta. Signore della musica e delle parole. Ci mancherà”, è il messaggio su Twitter del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. “Sul ponte sventola bandiera bianca”, scrive in un tweet il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. Per le esponenti del M5s in commissione cultura al Senato “oggi è una giornata davvero molto triste, perché ci lascia uno dei più grandi artisti della musica e della cultura italiana. Addio Maestro, la tua arte resterà immortale e da oggi, ancora di più, ti verremo a cercare”. Cordoglio anche dall’ex premier Giuseppe Conte: “E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire. Ciao Maestro #Battiato”.

Gli è sempre rimasto accanto Michele il fratello che racconta che ci ha lasciato senza accorgersi che la morte sopraggiungeva. “Nelle ultime ore non ha capito, non c’era più, per sua fortuna avvolto da un coma profondo…”, rivela l’uomo.

Il funerale sarà domani, in forma privata, alla presenza della sola famiglia. “Ho chiamato un sacerdote nostro amico che conosceva e parlava con Franco. Ci sarà lui a benedire, accanto a noi, pochissimi, quasi gli stessi che mio fratello ha avuto vicini in questi mesi di sofferenza. Nessun altro. Ecco perché abbiamo pensato al servizio d’ordine…”, spiega Michele.

Battiato ha cominciato a stare male dal 2018 dopo essersi rotto il femore due volte. Una malattia degenerativa l’ha portato a perdere la connessione con quell’universo svelato a modo suo in brani indimenticabili. “Ormai stava sempre in casa, non usciva più da tempo. I dialoghi radi. Parlava pochissimo. E invece fra noi c’era stato un confronto continuo. Condividevo tante idee. Lui andava alla ricerca della verità e lo faceva continuamente, in ogni cosa. Il suo verbo era sperimentare, era uno che cercava bellezza ed essenzialità e in tutto questo ci metteva una grande umiltà”, confida il fratello.

Con l’andare del tempo il quadro clinico è diventato sempre più preoccupante. Il 23 marzo ha festeggiato il suo 76esimo compleanno: “Era contento della festicciola. E riuscì ad assaggiare la torta…”.

Ma non c’era più spazio per la speranza. “Franco cominciava da giorni a perdere le facoltà. Si è arrivati a un deperimento organico per cui, pian piano, si è, come posso dire? Si è quasi asciugato. Non si è accorto del trapasso. Circondato da me, mia moglie, mio genero, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato”, rivela Michele. Spiega poi il motivo della scelta di tenere fuori il mondo dall’addio al Maestro: “Un momento intimo e privato non può essere violato da interviste e telecamere”.

 

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