Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Avellino, su richiesta della procura, ha emesso una misura cautelare in carcere nei confronti di un sacerdote.
La notizia dell’arresto del cinquantenne Don Livio Graziano, fondatore della cooperativa sociale “Effatà, Apriti” ha sconvolto l’Irpinia.
La cooperativa da lui fondata si occupa di “aiutare persone in ansia, depressione e disturbi del comportamento alimentare”.
La procura accusa il Sacerdote di aver abusato di un minore di 13 anni.
Denuncia – indagini – arresto
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino ha immediatamente disposto il carcere per il sacerdote.
Il padre del ragazzo aveva presentato una denuncia e le indagini sono partite subito, coordinate dal procuratore Domenico Airoma.
La vittima era stata ospite della cooperativa “Effatà, Apriti” dallo scorso giugno fino al mese di settembre 2021.
L’accusa ritiene di essere in possesso di tutte le prove che dimostrano i presunti abusi sessuali subiti dal giovane ospite della comunità.
Il sacerdote accusato degli abusi non fa parte della diocesi di Avellino, ma è incardinato presso la diocesi di Aversa nel casertano.
Don Livio dopo un lungo periodo di ritiro spirituale nel Santuario di Montevergine aveva aperto ad Avellino un ufficio di consulenza nutrizionista.
La cooperativa “Effatà, Apriti”
Inoltre in seguito ha fondato la cooperativa sociale “Effatà, Apriti” con sedi in due comuni intorno ad Avellino.
Per inciso, in passato Monsignor Francesco Marino, allora vescovo di Avellino, aveva contestato più volte sua presenza nella diocesi irpina.
Monsignor Francesco Marino era anch’egli originario di Caserta, come il prete arrestato.
A dire il vero, a don Livio nel 2014 era anche stato assegnato il premio “Padre Pio da Pietrelcina” per la sua “intensa attività sociale e umanitaria”.
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