Il governo Meloni si sta tirando dietro le ire per non dire le bestemmie degli italiani sui rincari benzina.
Col cambio di anno 2023 il prezzo della benzina è schizzato alle stelle con aumenti anche in bolletta (il cd caro petrolio).
Gli automobilisti, già gravati dalle numerose tasse che pagano tra bollo, assicurazione alta a seconda delle zone e della class edi appartenenza. Uno degli automobilisti intercettati ha rimarcato ed evidenziato l’aumento di ben 10 euro del pieno di benzina a seguito degli ultimi rincari. Un pieno sino a pochi giorni fa, non andava oltre i 50 euro dopo gli ultimi sviluppi lo stesso pieno di benzina verde è arrivato a 60 euro , con un rialzo di ben dieci euro.
Far benzina è divenuto un lusso già era cara, ma ora è improponibile, e menomale che la Meloni aveva sbandierato la vicinanza alle fasce deboli, qualche giorno dopo la sua elezione a premier delle Repubblica Italiana, ma l’italiano medio si sa è un po’ fraccomodo o pigro, e alla macchina e alle varie comodità non sa rinunciare proprio.
Allarmi di aumenti spropositati che hanno aperto gli occhi alle varie sigle dei consumatori tra cui Fedesercenti, che ravvisato un aumento mai visto prima cosi alto della benzina che si ripercuote sulle fasce dei lavoratori tra cui i camionisti ma anche sulle famiglie che si vedono gravate da dieci euro in più a pieno (ma la proporzione dell’aumento lo si può fare anche mettendo ad es. 20 euro).
Gli aumenti della benzina sono dovuti anche ad un mercato oramai sempre più senza controllo dei grandi marchi (ENI Total Q 8 e quant’altro). Molti lavoratori rischiano di rimanere col sedere a terra in quanto vi è un fisiologico aumento dei costi per le aziende di trasporti ma anche ad esempio di autobus che poi per ritornare nelle spese o nei ranghi tagliano sul costo del personale licenziando appunto parte dei propri dipendenti con una scelta magari sofferta ma necessaria
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