Marano – Un’uomo sarebbe stato attirato in una sorta di trappola da una delle donne che poi sarebbe l’ ex coniuge con la scusa di dover parlare del loro figlio.
All’improvviso una delle donne si alza dal divano e viene umiliato e picchiato selvaggiamente anche dall’alra donna a schiaffi in faccia, calci e morsi. Il ragazzo cerca di sottrarsi alle botte, fuggendo da una finestra del vascio, ma viene trattenuto e percosso prima di riuscire a mettersi in salvo. Nella stanza c’è anche un’altra donna. Tutta la scena viene ripresa da una quarta persona con un cellulare. “Ti mettiamo su TikTok”, si sente ad un certo punto, quasi come una sorta di ulteriore punizione o una forma di cyberbullismo. E il video effettivamente finisce sui social.
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L’episodio non va assolutamente preso sottogamba soltanto perché questa volta la vittima è un uomo aggredito da delle donne. A parte invertite ci sarebbero già state delle conseguenze. Apprezziamo molto il fatto per non aver reagito alle violenze, ha subito diversi traumi e ora ha paura, anche per suo figlio da come racconta il malcapitato. Le donne che visibilmente hanno commesso tali violenze non meritano alcuna attenuante. La giustizia deve esserci sempre e comunque. È inquietante come lo schema della violenza di genere si riproponga in questo video a parti invertite.
Senza voler banalizzare un fenomeno con dati statistici terrificanti, in questi quattro minuti è perfettamente rappresentato il degrado morale in cui cresce la violenza di genere. Sono immagini piene di violenza psicologica, verbale e fisica.
Quando si parla di violenza si può inciampare nel sillogismo che ad essere vittima sia sempre una donna e ad essere carnefice sia sempre un uomo. Ciò come oggi si evince anche dal video è decisamente falso.
Oltre cinque milioni di uomini, ogni anno, sono vittime delle violenze femminili; è raro che le donne arrivino ad uccidere, ma sono capaci di ricattare, umiliare e distruggere economicamente i propri compagni.
Cinque milioni non sono certamente pochi, semplicemente se ne parla meno per vergogna, per paura di non essere creduti o perché si riescono a nascondere meglio le conseguenze. Tuttavia un uomo che subisce violenza prova le stesse sensazioni di una donna: paura, disagio, umiliazione, dolore e senso di colpa.
Gli uomini difficilmente denunciano ma questa volta NO
Considerati culturalmente il “sesso forte”, dovrebbero infatti gestire il senso di vergogna che proverebbero nell’ammettere pubblicamente di essere succubi delle proprie compagne al punto tale da ritenersi vittime della loro violenza. E se anche non fosse un problema di stigma sociale, molto spesso violenze fisiche o psicologiche non sono riconosciute come tali, specie se vengono stabilite come modalità relazionale all’interno della coppia e della famiglia. Le donne, inoltre, biologicamente hanno una forza fisica inferiore a quella dei maschi. Per questo motivo è considerato altamente improbabile che le donne siano in grado di commettere violenza fisica su un uomo. Ma anche questo non è vero: le donne graffiano, mordono, strappano i capelli, lanciano oggetti. Molte di loro mettono in atto comportamenti violenti contro i propri partner senza aver paura di ripercussioni, perché perfettamente consapevoli del fatto che, anche se l’uomo provasse a denunciare l’accaduto, la sua testimonianza potrebbe venire considerata bizzarra o, comunque, non del tutto attendibile, il tutto agevolato dall’operato di giudici compiacenti che a prescindere danno per scontata la colpevolezza, non leggendosi neppure le ‘carte’.
È molto più facile accorgersi della violenza fisica perché lascia segni evidenti, ma spesso le donne e gli uomini sono vittime di un tipo di violenza più subdola, che non si percepisce in quanto sottesa a semplici gesti quotidiani e proprio per questo più difficile da individuare.
La violenza psicologica vede le donne denigrare l’uomo nelle sue capacità familiari, sessuali, economiche e, quando ci sono dei figli, quello che avviene spesso, in seguito ad una dolorosa separazione o divorzio che sia, è l’alienazione parentale: gli uomini si vedono privati dei loro bambini per mesi o addirittura anni.
Molti di questi padri di famiglia sono costretti a cercare un nuovo appartamento, arredarlo e continuare a lavorare per pagare il mutuo della casa dove l’ex moglie vive con i figli, garantendole anche l’assegno di mantenimento. Alcuni di loro, non potendosi permettere economicamente il sostegno di tali spese, sono costretti a dormire in macchina, lavandosi a una fontana pubblica, altri pranzano alla mensa della Caritas o, peggio ancora, giocano d’azzardo pensando di fare quella vincita che cambierà loro la vita, aggiungendo alle già precarie condizioni economiche il rischio, piuttosto elevato, di sviluppare anche una dipendenza patologica.
Quale aiuto per questi uomini?
Molto spesso gli uomini vittime di violenza sono logorati dalla situazione tossica nella quale si ritrovano e fortemente minati nella loro autostima. Spesso non lasciano le proprie compagne per paura di perdere anche i figli o impauriti dalle conseguenze economiche che, come abbiamo visto nel caso delle separazioni, possono avere un impatto devastante. Sono quindi convinti che qualsiasi rapporto di coppia non sarà diverso da quello che stanno vivendo, arrivando a pensare di non meritare nulla di meglio di ciò che hanno. Questi uomini necessitano di essere ascoltati e sostenuti a livello psicologico, affinchè prendano consapevolezza che è fondamentale per il proprio benessere psicofisico uscire, quanto prima, da quella situazione così pericolosa, ricordando loro che non sono soli e che non hanno nulla di cui vergognarsi.
La vittima come si evince non reagisce anche per paura di passare nel torto ma maggiormente per tutelare il figlio minore che dorme nella stanza adiacente, ma questa volta
«Ho sporto denuncia – ha spiegato la vittima – ho avuto cinque giorni di prognosi e adesso ho paura di nuove violenze». VIDEO
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