Una vicenda che ha suscitato tanta indignazione, quella della paziente di Orta di Atella legata al letto nel reparto di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta ha mosso i familiari a sporgere denuncia ai Carabinieri contro medici ed infermieri.
“Ci hanno impedito di assistere nostra madre, ricoverata all’ospedale civile di Caserta in seguito a una caduta accidentale, con una emorragia sub durale e un ematoma in attesa di essere operata”, denuncia Domenico Ciccarelli ai Carabinieri di Caserta e al consigliere regionale dei Verdi e membro della commissione sanità Francesco Emilio Borrelli che ha deciso di chiedere una indagine interna all’Azienda ospedaliera sulla vicenda.
“Abbiamo provato più volte a spiegare che nelle sue condizioni doveva esserci almeno un familiare vicino durante la notte – ha raccontato il figlio dell’85enne ricoverata nel reparto di neurochirurgia. Gli infermieri ci hanno costretto ad abbandonare la stanza comunicando che avrebbero provveduto loro a contenere lo stato di evidente agitazione ricorrendo al sistema delle fasce di contenzione, in pratica legandola al letto. Alla nostra ferma opposizione hanno risposto che in questi casi è una pratica adottata in quell’ospedale. Il risultato è che l’abbiamo ritrovata il giorno seguente con le gambe pericolosamente incastrata nelle sbarre del letto e totalmente impregnata di urine miste a sangue. Una vergogna”. I carabinieri sono intervenuti nel reparto per accertare quanto segnalato dal denunciante che tra l’altro lavora nel campo ospedaliero. Al termine del sopralluogo è stato concesso ai familiari dell’anziana paziente di poter rimanere ad accudirla.
In seguito alla denuncia presentata ai Carabinieri, anche Pasqualino De Marinis, direttore della Unità operativa complessa di Neurochirurgia dell’Azienda ospedaliera di Caserta “Sant’Anna e San Sebastiano”, nonché vicepresidente nazionale della Società Italiana di Neurochirurgia, ha precisato che:
“La paziente C.C. era ricoverata presso la Neurochirurgia in data 30 novembre perché affetta da ematoma subdurale cronico riacutizzato emisferico sinistro con un quadro neurologico caratterizzato da emiparesi destra. Nel rispetto delle rigorose regole della UOC di consentire la presenza dei familiari dei pazienti (tutti molto delicati!) solo 3 ore al giorno, in coincidenza con i pasti, ci si è attenuto rigorosamente a tale regolamento anche per la signora, nonostante le vivaci richieste di deroga, dal primo momento, da parte del figlio che lavora presso l’AORN Cardarelli”.
Continua De Marinis: “Come spesso accade in tale patologia, la paziente presentava uno stato di agitazione che non era opportuno controllare con farmaci al fine di meglio monitorare l’evoluzione dello stato neurologico. L’assistenza infermieristica, in questo caso come sempre, era del tutto attenta e scrupolosa, provvedendo continuamente a controllare la signora, a cambiarla prontamente per gli episodi di vomito presentati e le veniva bloccata soltanto una mano con una legatura soffice atraumatica in modo da impedirle di strapparsi il catetere vescicale e il catetere di drenaggio intracranico impiantato all’atto dell’intervento chirurgico effettuato in data 5 dicembre”.
Secondo il primario “il decorso postoperatorio è stato del tutto regolare: attualmente la paziente è perfettamente sveglia e collaborante e ha ripreso la motilità degli arti in precedenza paretici; è prevista la dimissione domattina, in quarta giornata dall’intervento. Faccio alcune considerazioni in merito alla vicenda: la signora è stata curata in maniera pronta ed efficace come sempre si cerca di fare nella UOC di Neurochirurgia; posso comprendere le ansie dei familiari di pazienti delicati che però, come sempre accade, si attengono alle regole sapendo che tali regole esistono proprio nel rispetto dei pazienti (garantire un ambiente tranquillo e silenzioso, evitare una maggiore incidenza di infezioni); la dimissione in tempi brevi e con il completo recupero è la miglior risposta a polemiche strumentali”.
E conclude “sottolineando che lo sforzo che tutta l’AORN di Caserta sta facendo nell’offrire servizi sempre migliori all’utenza (e la stima che ci viene rinnovata quotidianamente dai nostri pazienti provenienti da tutta la Regione Campania e oltre) non possa, e non debba, essere annullato da polemiche insussistenti e strumentali che contribuiscono solo, in questo caso, a gettare ombre immeritate. Resto, come sempre, a totale disposizione per qualsiasi chiarimento e per un franco e sereno confronto con chiunque voglia incontrarmi.”
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