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AMBC: Un mare di tutti, tutti al mare. 10 proposte per un “altro mare”

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Comunicato Stampa dell’Associazione Mondragone Bene Comune

Le Bandiere Blu sventolano contro la crisi”: così titolavano ieri i quotidiani nel dare notizia delle 407 spiagge che in 195 località d’Italia sono state premiate anche quest’anno per la qualità delle acque e per quella dei servizi (32 i parametri nei servizi utilizzati per premiare). La Campania ha raggiunto le 19 Bandiere Blu, ma tra le premiate continua a non figurare– ovviamenteMondragone. Quello che era un obiettivo dichiarato in campagna elettorale, continua –a distanza di 3 anni – ad essere “bucato” da Pacifico, destinato miseramente a rincorrere un illusorio progetto omonimo e qualche collettore fognario. Forse non ha tutti i torti chi sostiene che sul nostro mare e sulla nostra spiaggia c’è un sovraccarico di conflitti d’interesse. Ci sono troppi “politicanti che sono in pista anche –se non soprattutto– per presidiare e tutelare interessi demaniali propri o di congiunti (interessi in qualche caso non privi di abusi) e intralciano ogni ipotesi di cambiamento. L’AMBC spera che prima o poi quella maggioranza troppo spesso silenziosadi cittadini che subiscono da tempo queste presenze sappiano una volta per tutte liberarsene. Nel frattempo possiamo soltanto far circolare proposte concrete per fare del nostro mare, a partire dall’Estate 2020, finalmente un mare di tutti e, soprattutto, un “altro mare”. E, per questo, abbiamo fatto pervenire a firma del nostro portavoce, Gianni Pagliaro, a tutti i Consiglieri e gli Assessori comunali, al Sindaco e al Presidente del Consiglio un “pacchettoorganico di 10 proposte, dal titolo “Un Mare di Tutti. Tutti al Mare”. Un progetto di tutela e rilancio del nostro mare, che mettiamo a disposizione degli operatori del settore (che dalla sua attuazione ne trarrebbero soltanto benefici), di associazioni e dei cittadini e per il quale l’AMBC si rende disponibile per ogni approfondimento. Queste sono le proposte. 1.Attrezzare le spiagge libererendere fruibili le spiagge libere, assicurando l’attività di salvataggio e di pulizia e affidando i servizi in spiaggia esclusivamente alle associazioni locali del no profit e incaricando gli affidatari dell’onere di favorire e controllare il distanziamento sociale e di eliminare qualsiasi barriera architettonica. Occorre occuparsi per tempo di definire le modalità di fruizione delle spiagge libere per garantire il libero accesso e un loro utilizzo sicuro e sostenibile. Non è compito facile e occorre ragionarci attentamente, definendo fin da ora, spiaggia per spiaggia, le misure che andranno adottate e, soprattutto, le capacità di carico di ogni singola spiaggia per prevenire pericolosi affollamenti. 2. Assicurare l’apertura delle spiagge in concessione: garantire l’apertura delle spiagge in concessione incaricando i concessionari dell’onere di favorire e controllare il distanziamento sociale e di eliminare qualsiasi barriera architettonica. L’apertura delle spiagge sia libere che in concessione dovrà avvenire nel rispetto dei due nuovi documenti tecnici sui settori della ristorazione  e delle attività ricreative di balneazione pubblicati sul sito dell’Inail e redatti in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità (Iss) con lo scopo di “garantire la ripresa delle attività, successiva alla fase di lockdown, assicurando allo stesso tempo la tutela della salute dei lavoratori e dell’utenza”. A questi link i due documenti: Linee guida sicurezza al mare; Linee guida ristorazione. 3. Ridurre le spiagge in concessione ai limiti indicati nei titoli concessori: assicurare il rispetto dei limiti di occupazione delle spiagge indicati nei titoli concessori. 4.  Prezzi calmierati: controllare i prezzi dei servizi, per evitare che a pagare il costo del distanziamento sociale siano esclusivamente i clienti. 5. No alle prorogherappresentare la ferma contrarietà di Mondragone alla proroga delle scadenze temporali delle concessioni fino al 2033. Le proroghe privilegerebbero ancora la rendita di posizione pluridecennale degli attuali concessionari a scapito di tutti. Lo sfruttamento illimitato di un bene comune non può essere la moneta per alleviare sacrifici di pochi. 6. Favorire il sostegno economico dei concessionari condizionandolo al rispetto della legalità: prevedere aiuti agli attuali concessionari per l’emergenza in corso vincolati all’effettivo bisogno, commisurati ai ricavi e alla forza lavoro impiegata avendo riguardo anche agli anni precedenti, e condizionati alla regolarità della gestione rispetto alle regole del rapporto concessorio. Niente aiuti a chi non dimostra di essere in regola e incentivi a chi è in regola. 7. Trasporto pubblico da e verso il mareorganizzare un  servizio di trasporto pubblico verso il litorale con appositi bus navette gestito dalle associazioni locali del no profit e disincentivare l’uso del mezzo privato, anche attraverso un piano di pedonalizzazione e di incentivi all’uso della micro mobilità (biciclette, monopattini ecc). 8.Obbligare i concessionari a distanziarsi: per lasciare una via d’accesso che permetta a tutti i cittadini di poter raggiungere il mare anche nei tratti della Domiziana Nord e della Domiziana Sud, soprattutto durante i mesi non estivi.9. Bloccare qualsiasi ulteriore concessione: per riequilibrare il rapporto tra spiaggia libera e pubblica e spiaggia in concessione, attualmente in netto vantaggio di quest’ultima, come dimostrato da una recente ricerca di Legambiente, che posiziona Mondragone al 10° posto tra le città in Italia con più Km di “spiaggia privata. 10.Revisione del piano delle opere pubbliche: per indirizzare risorse su un piano di rinaturalizzazione e di salvaguardia delle dune su tutto l’arenile del comune di Mondragone. Ci sarà mai una seduta del Consiglio comunale dedicata al futuro delle nostre spiagge e al nostro turismo, anche per considerare le nostre proposte ma, soprattutto, per progettare un “altro mare”, finalmente di tutti?

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