L’annuncio del Cardinale Crescenzio Sepe è arrivato alle 10,05 ed è stato salutato da un lungo applauso dei fedeli presenti, sin dalle prime ore del mattino, al Duomo di Napoli.
Miracolo di San Gennaro: si è ripetuto anche quest’anno il prodigio dello scioglimento .
LA STORIA
La leggenda narra che San Gennaro, vescovo di Benevento, fu martirizzato nel 305. Si ritiene che la sua nutrice ne raccolse il sangue in due ampolle per consegnare poi la preziosa reliquia al vescovo di Napoli, conservata in una cassaforte con doppia serratura nel Duomo di Napoli. Il racconto della donna compare pubblicato per la prima volta solo nel 1579, nel volume del canonico napoletano Paolo Regio su “Le vite de’ sette Santi Protettori di Napoli”. I vari ed interessanti testi agiografici in onore di san Gennaro e dei suoi compagni martiri si possono consultare nella Bibliotheca Sanctorum edita dalla Pontificia Università Lateranense nel 1965.
LA DATAZIONE
Gli Atti Bolognesi indicano il 305 come l’anno del martirio. Documenti liturgici molto antichi, come il calendario cartaginese ed il Martirologio Geronimiano del V secolo assegnano come data del martirio di Gennaro e dei suoi compagni il 19 settembre; indicano invece nel 13 aprile la data della prima traslazione dei resti del santo. Anche in un altro martirologio risalente all’VIII secolo, redatto dal monaco inglese Beda, il 19 settembre viene indicato come data del martirio.
LA LIQUEFAZIONE
Il fenomeno è invocato tre volte l’anno – il sabato precedente la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi; il 19 settembre e per tutta l’ottava delle celebrazioni in onore del patrono, e il 16 dicembre – durante una solenne cerimonia religiosa guidata dall’arcivescovo. Per sottolineare come la religione possa fondersi con la superstizione popolare, la liquefazione durante la cerimonia è ritenuta foriera di buoni auspici per Napoli. Al contrario, la mancata liquefazione è vista come cattivo presagio per la città.
La storia del sangue di San Gennaro è controversa. Dal 1902 si ha la certezza che nelle ampolle vi sia contenuto del sangue, dato che un esame spettroscopico condotto dai professori Sperindeo e Januario ha accertato la presenza di ossiemoglobina, una delle componenti ematiche.
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