Il “Forum per l’Indipendenza Italiana” è stato presentato come un nuovo movimento politico, con l’obiettivo di rivendicare valori tradizionali che ritiene siano stati trascurati dalla politica attuale. L’incontro di presentazione si è svolto presso l’Associazione “Il Giardino” a Falciano di Caserta, con la partecipazione di figure di rilievo come Antonio Mazzella, Bruno Esposito, Stefano Mariano (già Assessore al Comune di Caserta) in prima fila Ciro Guerriero ex candidato sindaco per la città di Caserta e altri attivisti locali.
Questo nuovo movimento politico sembra aver preso le distanze dalla linea seguita da Giorgia Meloni e dal partito Fratelli d’Italia, criticando quella che considerano una politica atlantista e, di conseguenza, il presunto abbandono dell’ideale della Destra Sociale Italiana.
Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma e figura storica della destra italiana, sembra essere la figura guida di questo nuovo movimento. Alemanno ha annunciato l’organizzazione di un incontro a Roma il 25 e 26 novembre, al Midas Palace Hotel, – luogo mitologico: è lì che nel 1976 nacque il Partito socialista italiano di Bettino Craxi – si terrà l’assemblea di fondazione del cosiddetto “Forum dell’indipendenza italiana”, vale a dire il rossobrunismo prematurato. Con una tavola rotonda di tutto rispetto nella quale si ragionerà su un tema prelibato: «Dai mondi del dissenso all’alternativa politica e sociale».
Il panel prevede una variegata presenza: c’è Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, da mesi in prima linea per spiegare perché Giorgia Meloni abbia deluso il popolo dei fascisti, c’è Marco Rizzo (non il fumettista, decisamente autorevole, bensì il presidente onorario del Partito Comunista), c’è Francesco Toscano di Italia Sovrana e Popolare, la lista che si batte «contro l’obbligo vaccinale», «contro il green pass», che vuole stare «fuori dal Euro e Unione Europea» ed è pure «contro l’invio delle armi in Ucraina», e c’è pure Fabio Granata, che nella sua ultima versione esistenziale fa l’assessore alla cultura del Comune di Siracusa e si è fatto riconoscere di recente per aver partecipato a un incontro pubblico, insieme ad Alemanno, fortemente anti-israeliano.
Ai tempi del governo giallo-verde, erano così in sintonia con le masse che il sovranismo di sinistra e di destra aveva effettivamente conquistato il Palazzo. Era tutto un furoreggiare contro l’Unione Europea, l’euro, le bbanche (con due b) e il neolibbberismo (con tre b). Erano i tempi in cui la politica economica della Lega la faceva Alberto Bagnai con il suo think tank “Asimmetrie”, con tutto il pacchetto dei No Euro al seguito. Alla fine nemmeno più loro, i sovranisti di destra, pensano a uscire dall’euro, persino gli economisti leghisti se ne sono fatta una ragione, e quindi oggi c’è un elettorato in libera uscita che nel frattempo ha mollato la Lega, ha provato a farsi bello con Gianluigi Paragone e l’Italexit, e ora potrebbe trovare nella casa del Grande Alemanno una sponda giusta per proiettarsi alle Europee.
E chissà che fine ha fatto Diego Fusaro, assente al dibattito, che sul rossobrunismo prematurato ci ha costruito una carriera da agit-prop. Qualche anno fa vergò su Primato Nazionale, la rivista di CasaPound, un elogio di Rizzo, il comunista col turbo, ferocemente contrario alle politiche dell’Italia sull’immigrazione: «La Destra del Danaro deporta africani da sfruttare e con cui abbassare le condizioni generali del lavoro. La Sinistra del Costume, abbandonata la lotta di classe e divenuta docile serva del padronato cosmopolitico, dice con le lacrime agli occhi che bisogna accogliere e aprire i porti. Unica eccezione, nel quadrante sinistro: il comunista Marco Rizzo, a cui va il merito di aver compreso la vera natura di classe dell’immigrazione di massa come arma nelle mani dei dominanti».
Roba che un tempo ci avremmo fatto una rubrica quotidiana, i “Diari di Fusaro”. Ma ora forse, fra filo-putiniani e filo-Hamas, c’è anche passata la voglia di ridere.
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