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Al Comune di Caserta, si cerca di trovare soluzioni per i disabili

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Si racconta che da poco piú di un anno esista materialmente al comune di Caserta un assessore con delega alle politiche sociali, ai tempi della Città e al benessere turistico di nome Antonio de Lucia, eletto nella lista di Noi Campani e del movimento politico che faceva riferimento all’ex consigliere regionale Luigi Bosco. Tuttavia, nonostante la spesa di almeno 2.000 euro lordi a cadenza mensile che costa a noi contribuenti, dell’assessore si hanno poche notizie. Abbiamo provato a raggiungerlo con vari mezzi, tutto inutile. Eppure tra quelle deleghe, così importanti per la qualità di vita del cittadino ( ricordate il 98°posto su 107 della città nella graduatoria stilata per il 2023 da Il Sole 24 Ore?) ce n’è una, le politiche sociali, che in queste settimane e’ stata al centro dell’attenzione per l’indomita energia di alcuni familiari di bambini disabili che non chiedono altro che un diritto per questi bambini: il diritto allo studio e ad una vita ricca di relazioni utili per lo sviluppo del minore. Dopo lo sfavillante comunicato stampa del 18 gennaio dell’ente comunale che annunciava l’avvio da lunedì 22 gennaio del servizio di assistenza scolastica per alunni disabili di tutto l’Ambito sociale C 01 che frequentano le scuole primarie e secondarie, in data di oggi non si vede l’ombra di nessun assistente per l’autonomia e la comunicazione che gli Enti Locali hanno l’obbligo di fornire agli alunni con disabilità in forza dell’articolo 13, comma 3 della Legge 104/92. E’ il caso di citare un’altra sentenza pertinente all’illegittimità del silenzio perdurante della P.A. in tema di assistenza scolastica ad alunni disabili (come già fatto su questo portale nell’articolo del 20 gennaio): a febbraio dello scorso anno la madre di uno studente autistico di 15 anni ha intrapreso una causa giudiziaria contro il CISS (Consorzio Intercomunale Servizi Sociali), che opera su delega del Comune di Pinerolo (Torino), per la mancanza, nel corso dell’anno scolastico passato, della figura dell’assistente alla comunicazione, pur essendo essa prevista nel PEI (Piano Educativo Individualizzato) del ragazzo. Nella prima udienza presso il Tribunale di Torino il Giudice ha accolto le istanze della famiglia, considerando la condotta del Comune come discriminatoria, e riconoscendo il diritto dello studente ad avere l’assistenza alla comunicazione per le 2 ore richieste a settima. Le ore di assistenza sono state ripristinate a metà aprile e i rimborsi sono giunti a dicembre. È opportuno ribadire che la figura dell’assistente alla comunicazione è distinta da quella dell’insegnante di sostegno, e si occupa delle necessità relazionali dello studente, sia con gli altri alunni che con i docenti di ruolo. Tuttavia i problemi si sono ripresentati per la famiglia di Pinerolo nel nuovo anno scolastico, quello corrente, avendo visto assegnato all’alunno un educatore alla comunicazione non idoneo per le sue condizioni.

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