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Il coronavirus non ferma CASERTA e la sua movida. Complice la sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo, i giovani affollano parchi e spiagge di giorno e alcuni luoghi “cult” di sera.
Coronavirus, Caserta e la movida
Nella giornata di ieri è arrivata l’ordinanza regionale che impone la chiusura delle discoteche sino al 15 marzo. Per il momento però la paura del contagio ha fermato solo in parte l’attività dei locali notturni dove si è registrato un inevitabile calo delle presenze.
Movida non viene influenzata
Nel capoluogo, dove pure si registra un calo di presenze, in tanti hanno invaso le stradine dei baretti per bere un drink in compagnia. E non mancano, a testimonianza di quest’atto di irresponsabilità collettiva, video e foto sui social network. Da Instagram a Facebook, infatti, sono tantissime le stories che immortalano comitive a stretto contatto che si scambiano drink e abbracci. La distanza di sicurezza di un metro è una chimera.
Le misure anti-contagio sono state così eluse o disattese favorendo la circolazione silenziosa del virus. In Campania, tra l’altro, la situazione non è delle più rosee: ieri i casi positivi al virus sono saliti a 63 e si registra il primo decesso a Mondragone, in provincia di Caserta.
Assenza di controlli?
A questo punto sono molti i cittadini che si chiedono chi debba vigilare sul rispetto delle ordinanze regionali e del decreto del Consiglio dei Ministri. Il rischio è che i provvedimenti contenenti le misure di contenimento del contagio ad attività pubbliche e commerciali restino lettera morta.
I luoghi di aggregazione e di ritrovo sono tra i principali responsabili della diffusione del virus. Tuttavia, se le forze dell’ordine non si coordinano per sorvegliarli, si vanificano gli sforzi sostenuti da altre attività pubbliche e private per contenere la diffusione del contagio…Kestè!
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