La sala semi vuota, più assenze che presenze. Il tavolo non gira, e nemmeno la politica.
CASERTA – Più che una riunione del direttivo provinciale di Fratelli d’Italia, quella andata in scena all’hotel Europa pareva una seduta spiritica. Il tavolo a ferro di cavallo – chiaro omaggio alla forma equestre – ha ricordato più il passo claudicante di un pony stanco che il galoppo deciso di un destriero da campagna elettorale.
Assenti illustri, deleghe evanescenti, motivazioni smarrite. E c’era pure chi ha pensato di collegarsi col pensiero, vista l’aria surreale da riunione dei Ministri… ma senza Ministri.
Il regista (e candidato eterno) Gimmi Cangiano, forse galvanizzato dalla promozione a sottosegretario del suo amico Antonio Iannone, ha pensato bene di rievocare l’atmosfera di Palazzo Chigi. Peccato che invece del Consiglio dei Ministri, si sia ritrovato con la riunione condominiale di un residence disabitato.
Mancava più della metà dei componenti, ma non si tratta di una novità: da mesi, il direttivo provinciale è un porto di mare dove più che dirigenti si vedono turisti politici, pronti a salpare verso altri lidi al primo stormire di poltrone.
E infatti, Oliva (espulso) e D’Andrea (emigrato in Forza Italia) non sono rimpiazzabili: erano stati inseriti nella lista blindata al congresso come fossero figurine rare, e ora non c’è verso di fare cambi. La sostituzione di Martusciello (passato con la Lega) con Paolo Santonastaso – l’uomo delle mille cariche (consigliere comunale, provinciale e ora anche presidente cittadino di FdI) – è stata l’unica mossa concreta. O disperata.
“Inderogabile!”… ma solo per chi non ha santi in paradiso
Il pezzo forte della giornata, però, è stato il teatrino delle candidature alle Regionali. Termine inderogabile, tuonano Cangiano e Iannone. Ma solo per i comuni mortali. Perché a Raffaela Pignetti, Lucrezia Cicia e alla coppia Grant–Pannone (che ormai si candida in modalità “uno vale l’altro”) si concedono proroghe divine.
La Pignetti, storica presidente dell’Asi, appare già con un piede nel sottogoverno romano; la Cicia è in stand-by per esigenze familiari; e sulla Pannone, al solito, aleggia l’ombra di una candidatura “per procura”.
Chi invece ha dovuto firmare senza fiatare sono i soliti noti: Piscitelli, Roma, Tarabuso, Tamburro, Stellato, Moriello, Nuzzo, Pagano, Petella, Di Maio, Vigliotti, Ferrara, Cerulli, Miraglia. Una folla di candidati “col bollino”, ma senza benedizione.
E ora? Aspettando novembre… e il prossimo rimpasto
La morale è sempre la stessa: la selezione naturale in FdI non la fa il merito, ma il telecomando del capobastone di turno. Tra chi cambia casacca come se fosse stagione, chi resta in attesa come un pendolare del potere, e chi si illude ancora che la candidatura sia una questione di impegno e curriculum, la barca va. O meglio, zoppica.
Le Regionali si avvicinano. E con esse nuove rese dei conti, nuovi abbandoni, e forse un altro tavolo a ferro di cavallo. Stavolta però, si spera almeno con le sedie occupate.
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