Il dir.reg. del MNS Ciro Guerriero, nonchè presidente di Caserta Kest’è, ha incontrato una delegazione di associazioni e genitori, contrarie alla copertura obbligatoria, alla quale ha offerto sostegno per chi voglia fare ricorso contro la legge.
Guerriero tramite lo studio legale dell’associazione Caserta Kest’è azzarda anche un’ipotesi sui “ricorsi che i cittadini faranno davanti ai giudici e poi le eventuali ordinanze dei giudici alla Corte Costituzionale” che secondo lui “hanno buone prospettive di successo”. “Perché – ha rilevato – la legge ha molti errori, molti ‘vulnus’ e punti di eccesso che potrebbero lasciare alla Corte la possibilità di modificare, in tutto o in parte, gli errori commessi dal Parlamento”.
Guerriero non solo non fa mistero di essere “contrario a questa legge”.
Questa legge crea allarme e per certi versi crea sospetto , infatti da quando il Parlamento è intervenuto “con tanta decisione su questa materia – ha puntualizzato Guerriero – stiamo avvertendo un calo della propensione a vaccinarsi.
Ciò che prima era normale e ben accetto dalle famiglie, adesso, grazie a questa legge che sottopone le famiglie a sanzioni e addirittura alla non iscrizione a scuola, sta provocando l’effetto contrario
La ministra Fedeli ha confermato che non ci sarà nessuna proroga delle scadenze per la presentazione dei documenti, il dirigente regionale MNS della Campania Guerriero, ha chiesto ai propri vertici nazionali di intervenire ad horas, e “portare a una correzione della normativa, affinché si torni verso la legge precedente“.
La convinzione di Guerriero è che ”se si fosse continuato a fare quello che si faceva prima in Campania” ovvero a spiegare alle famiglie che era “utile vaccinare” avrebbero aderito “liberamente e non si sarebbe creata questa resistenza da sospetto”.
Perché “quando un politico si assume la battaglia sui vaccini gli italiani, forse anche giustamente, si insospettiscono” sottolinea Guerriero.
Anche se, nonostante la contrarietà alla norma assicura che “stiamo cercando di dare assistenza alle famiglie, e di trovare la maniera migliore di applicare una legge di cui non si sentiva il bisogno – sottolinea – ma che, essendo una legge, va applicata“.
L’intervento di Francesco Storace, presidente del M N S
Francesco Storace nel terzo governo Berlusconi gli fu affidato il Ministero della Salute.
In qualità di ministro Storace aumentò di 100 milioni i fondi per la ricerca sanitaria, guadagnandosi gli apprezzamenti dell’oncologo Umberto Veronesi.
Tra gli altri provvedimenti, Storace fece sospendere la sperimentazione della cosiddetta “pillola abortiva” che era stata avviata all’ospedale Sant’Anna di Torino, chiedendo il rispetto rigoroso delle procedure e delle indicazioni del Consiglio superiore di Sanità.
La sua ordinanza suscitò reazioni critiche da parte della sinistra, mentre incontrò giudizi favorevoli presso ambienti cattolici.
Storace fece anche istituire una commissione di esperti per effettuare nuove valutazioni sulla cura Di Bella, al fine di inserire la somatostatina (il farmaco previsto dalla suddetta cura) a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
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