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Nuova giunta nominata a Caserta, ma c’è malcontento

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Il sindaco  e imputato Carlo Marino  tenta in tutti i modi di rimanere saldo allo scranno comunale, ed ha provveduto a nominare la nuova Giunta Comunale. Fanno parte dell’Esecutivo della città la Professoressa Maria Gabriella Grassia, Ordinaria di Statistica Sociale e Sanitaria presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università “Federico II” di Napoli, che assumerà anche il ruolo di Vicesindaco; il Generale di Divisione dei Carabinieri in ausiliaria Antonio Sessa, già Comandante provinciale dei Carabinieri di Bari, Comandante della Regione Carabinieri “Abruzzo”, Direttore del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, con competenza internazionale in ambito Interpol, Europol e Schengen; il Professore Massimiliano Rendina, Associato presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi della Campania, “Luigi Vanvitelli”; il dottore commercialista Carmine Lasco, esperto soprattutto in finanza degli enti locali.

Si prova a fare una analisi di quello che è a livello tecnico la giunta

La presenza di assessori “tecnici”, esperti scelti al di fuori della politica attiva, avrebbe la funzione di esplicitare al massimo il proprio carattere di neutralità politica, stando anche a quanto dichiarato dal primo cittadino: “Abbiamo formato, così come avevamo stabilito con i gruppi consiliari, una Giunta ristretta e di alto profilo, che possa lavorare nella maniera migliore sui temi più urgenti per la nostra città. Ringrazio i gruppi consiliari e i partiti di maggioranza, che hanno avuto fiducia nella mia persona. Sono tutte scelte operate direttamente da me: ho inteso puntare su figure autorevoli del mondo accademico, delle professioni e delle istituzioni militari”, questo quanto dichiarato dal primo cittadino ossia il sindaco della città Carlo Marino.

A parole l’operazione di del sindaco serve a superare una situazione di stallo tra le forze politiche della maggioranza e puó apparire come la soluzione a tutti i problemi, sottraendosi ai ricatti e ai veti incrociati della politica, affidandosi a tecnici competenti e in grado di prendere le decisioni migliori per la città.

Proprio per questo da molto tempo ci orientiamo a fare uso della democrazia (qualora maldestramente), affidando ai cittadini la decisione su chi governa un Comune, una Regione, un Paese. Si conferisce ad essi la responsabilità delle decisioni che verranno prese, non potranno cosí lamentarsi o sollevare proteste violente contro governi illegittimi, e nel tempo possono anche imparare a votare con giudizio. A Caserta con questa decisione del sindaco, sostenuta come comunicato con il sostegno dei gruppi consiliari della maggioranza, il meccanismo della democrazia è messo gravemente in pausa.
Proviamo a fornirne le ragioni.

È giocoforza che le decisioni prese da una mini giunta di tecnici risulteranno con una legittimità molto più bassa, perché i cittadini inevitabilmente non le riconosceranno come prese da amministratori rappresentanti delle forze politiche votate. Ma ancora più gravemente questa delega impropria porta a una disinvolta deresponsabilizzazione dei politici. I politici, auto sospesi dal governo della città occupato dai tecnici, possono riprendere a fare proclami altisonanti e retorici, in vista delle prossime elezioni, senza essere troppo vincolati dalla responsabilità quotidiana dell’amministrazione.

Molte zone della città di Caserta in particolare alcune frazioni sono comunque nell’ abbandono più totale.

La città di Caserta è agli ultimi posti di Italia e le responsabilità di questa classe politica appaiono evidenti.

Parecchio malcontento serpeggia tra i cittadini in una città piena di buche e con alcune zone ‘franche’ come le frazioni di Briano, Tredici ed altre palesemente lasciate all’ abbandono. Solo la Reggia smuove il turismo ma non sempre si riesce a far fronte alla inciviltà di quello che accade e a sporcizie varie che  vi sono lungo la città capoluogo di Caserta

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