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L’imputato Marino, caccia via Marzo e Casale indagati…qualquadrachenoncosa

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CASERTA – Sig. Marino, si chiamarlo signore è già troppo  o almeno per me, ci spiega qual è la differenza, il discrimine, che rende equa la sua decisione di mettere alla porta Massimiliano Marzo e Emiliano Casale e allo stesso tempo di non mettere alla porta se stesso, dimettendosi dalla carica di sindaco di Caserta?

Perché se lei resta al suo posto, Susanna Camusso la commissaria provinciale del Pd, e la dovreste vedere nella sua angusta  stanza sola soletta anella sede casertana di quello che resta del PD, che sull’onda di una suggestione mediatica, ha compiuto un atto di iniquità chiedendo la fucilazione alla schiena di Marzo e Casale e allo stesso tempo proteggendo lo scranno di Marino.

LA DURISSIMA Dimissioni-irrevocabili-Annamaria-Sadutto_240731_180414 DI ANNAMARIA SADUTTO  (aspirante sindaca del dopo Marino) – Se quella giudiziaria è la molla che ridefinisce gli assetti politici della città, Carlo Marino dovrebbe essere il primo a lasciare la sua poltrona.

In caso contrario, se rimane sindaco a maggior ragione Marzo e Casale dovrebbero rimanere vicesindaco e assessore.

Al di là della fuffa iniziale della lettera della Sadutto, che pubblichiamo (Dimissioni-irrevocabili-Annamaria-Sadutto ) in calce integralmente, la seconda parte è decisamente più interessante: “Non condivido più nulla – scrive – del modo di governare la città: non i metodi; non lo stile; non l’approccio ai temi senza una visione; non il pragmatismo senza tensione ideale; non le continue transazioni senza prospettive; non le decisioni prese altrove da ratificare; non l’assecondare soluzioni che, mettiamola così, non guardano al bene comune. Nulla”.

Al di là dell’asserzione assolutamente opinabile relativa ad un tempo antico, passato, in cui evidentemente, secondo la Sadutto, l’attività amministrativa sarebbe stata pregna di visione, di tensione ideale, di prospettiva, cosa che francamente noi non abbiamo mai intravisto dal 2021 ad oggi, va sicuramente sottolineato che le dimissioni dell’assessora Sadutto, non sappiamo se ancora consuocera in pectore di Carlo Marino, coinvolgono l’intera struttura dell’attività di governo, e dunque mettono sul banco degli imputati anche il sindaco, prima di tutto lui.

Poi, come si suol dire, si entra più nel pratico e forse si capisce che in questo gran vocio, in questo gran parlare di azzeramenti e rimpasti, si è partiti in un modo e si è arrivati in un altro. La Sadutto sostiene, infatti, di aver messo a disposizione la sua delega di assessore in maniera informale, auspicando quella giunta di alto profilo che invece non esiste assolutamente nelle idee che il sindaco Carlo Marino ha probabilmente condiviso con le varie correnti del Pd.

D’altronde, al di là del nome di Riccardo Ventre, a cui avevamo già fatto cenno, se si parla di un Federico Lasco da Maddaloni e della solita Lucia Esposito è troppo chiaro che stiamo parlando di una lottizzazione, neanche troppo curata e raffinata nell’ambito delle correnti del Pd.

Un altro nome che gira è quello di Adele Vairo, dirigente scolastico del Manzoni e già assessora nella precedente consiliatura. Domani in consiglio vedremo se la Sadutto, che sicuramente conosce la situazione meglio di noi, ha ragione o torto.

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