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Velardi ex sindaco di Marcianise nelle intercettazioni con Massimiliano Fabbro

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Marcianise – Il generale dei carabinieri – Oreste Liporace – è stato arrestato per corruzione in una gara da 700.000 euro nel dicembre 2019-dicembre 2021 per le pulizie della Scuola sottufficiali dell’Arma a Velletri, gara truccata insieme a un pure arrestato imprenditore laziale –  Ennio De Vellis – quasi monopolista dei traslochi del personale delle forze dell’ordine e dei Servizi segreti. E altri 15 milioni di euro di appalti di ristorazione della Presidenza del Consiglio sotto inchiesta per l’ipotesi di reato di traffico di influenze illecite perché assegnati nel febbraio 2020 a un’azienda (la stessa vincitrice della gara per la Scuola) che, per essere ammessa alla ristretta cerchia degli invitati alle commesse del Dis-Dipartimento informazioni e sicurezza, nel 2018-2020 ha pagato 165.000 euro all’imprenditore dei traslochi nella sua veste di intercessore nel mondo degli appalti degli «007».

Sono i due filoni dell’inchiesta per la quale a Milano il giudice delle indagini preliminari Domenico Santoro ha ordinato gli arresti domiciliari – eseguiti giovedì mattina dal pm Paolo Storari con i militari del Ros dei carabinieri e del Nucleo Pef della Guardia di Finanza – per il generale Oreste Liporace (oggi sospeso con effetto immediato dall’Arma dei carabinieri) e l’imprenditore Ennio De Vellis. Una decina di indagati, a cominciare dai fratelli Massimiliano e William Fabbro, gli imprenditori (a capo di un gruppo da 130 milioni di fatturato) aggiudicatisi l’appalto della Scuola carabinieri nel 2019 e poi con nove proroghe per il Covid.

Chi sono gli arrestati

Oreste Liporace, già Capo Ufficio relazioni con il pubblico nell’ambito del Comando Generale dell’Arma, in forza – prima dell’odierna sospensione – allo Stato Maggiore e «direttore coadiutore» presso il CASD-Centro Alti Studi per la Difesa («l’organismo di studio di più alto livello nel campo della formazione dirigenziale e degli studi di sicurezza», spiega il sito del Ministero della Difesa), dal 2017 al 2019 è stato Comandante provinciale dei carabinieri a Padova, poi fino all’ottobre 2021 (quando è stato nominato generale di brigata) ha comandato appunto il II Reggimento Scuola allievi marescialli e brigadieri «Salvo D’Acquisto» di Velletri. L’imprenditore Ennio De Vellis è, insieme al figlio Christian, a capo di un gruppo di imprese del settore traslochi e trasporti con base a Frosinone e una dimensione attorno ai 15 milioni di euro.

Le chat (e la memoria recuperata) dei fratelli Fabbro

A inguaiare Liporace e De Vellis sono state le chat (almeno quelle non ancora o non del tutto cancellate) trovate sui telefoni sequestrati nel maggio 2022 ai due coindagati imprenditori aggiudicatisi nel 2019 (e poi con nove proroghe per il Covid) l’appalto della Scuola carabinieri, i fratelli Massimiliano e William Fabbro, a capo di un gruppo da 130 milioni di fatturato: i quali, come già accaduto appunto dopo l’arresto il 3 maggio 2022 per appalti di mense in Comuni dell’hinterland milanese nell’inchiesta patteggiata con i pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi a 1 anno e 10 mesi in forza del contributo a quell’indagine, e dopo il secondo loro emergere l’1 agosto 2022 nell’inchiesta del pm Storari sull’ex capo ufficio acquisti di Fiera Milano Massimo Hallecker (poi patteggiante 2 anni e 6 mesi), per la terza volta ora con il loro difensore Francesco Sbisà hanno ammortizzato contraccolpi penali ammettendo e spiegando con dovizia di particolari nei loro nuovi interrogatori queste altre corruzioni, evidentemente «scordate» al primo giro.

Dagli atti d’indagine, emerge come negli uffici del generale si svolgessero incontri tra Liporace e gli imprenditori Massimiliano e William Fabbro, anche loro indagati nell’ambito della stessa inchiesta e che si sarebbero aggiudicati l’appalto. I rapporti tra Liporace e i Fabbro sono risalenti almeno al 2015. Gli inquirenti ricostruiscono vari incontri o momenti conviviali a cui partecipano anche altri imprenditori e personaggi politici. Tra questi, appunto, c’è Velardi.

I messaggi dell’ex sindaco all’imprenditore

Il 3 giugno 2017, dopo uno di questi incontri, Velardi (che non è indagato) scrive un messaggio a Massimiliano Fabbro: “Sono Antonello Velardi, sindaco di Marcianise. Ci siamo visti al comando generale dei carabinieri nell’ufficio del colonnello Liporace, presente anche Ennio. Le avevo preannunciato che le avrei mandato il mio numero. Eccolo… Spero di vederla presto, magari a Marcianise”.

Chi è Ennio? Ennio citato da Velardi, verosimilmente sarebbe Ennio De Vellis, imprenditore pure coinvolto nell’indagine della Procura milanese. Secondo quanto riferito da MilanoToday, De Vellis avrebbe aiutato il generale e i Fabbro a trovare altre aziende di comodo che avrebbero partecipato alla gara “per perdere” nascondendo così l’appalto concesso di comodo all’azienda dei Fabbro.

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