Caserta- Liberi tutti…Massimiliano Marzo e con lui anche il dirigente Giovanni Natale del dipendente comunale Giuseppe Porfidia, tutti coinvolti nell’inchiesta sulla corruzione negli appalti al Comune di Caserta.
I tre sono difesi dagli avvocati Gennaro Iannotti (Marzo) e Vincenzo Iorio (Natale e Porfidia).
L’inchiesta della Procura sulla presunta corruzione negli appalti a Caserta non supera lo scoglio del Tribunale della Libertà. Ieri la stessa decisione aveva riguardato il dirigente Franco Biondi e l’imprenditore Gioacchino Rivetti.
Una tesi che non è stata condivisa dal Riesame che ha annullato l’ordinanza per tutti gli indagati colpiti, a metà giugno, dalla misura dei domiciliari.
Un liberi tutti dal Riesame nelle scorse ore ma ad un passo dal rinvio a giudizio, è un continuo ripetersi delle violazioni di diverse leggi quando venivano scritte le determine all’interno del palazzo dell’illegalità, ovvero all’interno dell’Ufficio tecnico del comune di Caserta.
Anche il capo N e il capo O, legati alla presunta azione corruttiva di Massimiliano Marzo, in concorso con il suo factotum Magdi Khachermi e con l’imprenditore Pasquale Marotta, emergerebbe come la determina di aggiudicazione alla GPM Services dei lavori di manutenzione dell’arredo urbano sia stata comunque predisposta dall’assessore e dal suo aiutante, e non invece che come legge prevede, dai dirigenti.
Tanto meglio, forse, visto che Franco Biondi, poi, avrebbe firmato l’atto non seguendo le norme previste, la legge sulla trasparenza del 1990 e il codice degli appalti, per l’ennesima volta compiendo per la procura il reato di abuso d’ufficio.
Pasquale Marotta avrebbe ripagato questa aggiudicazione a suo favore i lavori da oltre 40 mila euro comprando materiale dalla Edil Marzo di Paolo e Massimiliano Marzo.
La gip Vecchiarelli, come si sa, ha però rigettato l’arresto ai domiciliari per Pasquale Marotta. Secondo la giudice per le indagini preliminari, infatti, non sarebbe emerso un quadro cautelare connotato dalla gravità indiziaria, motivazione per la quale può essere emesso un provvedimento restrittivo della libertà.
Nel caso del rapporto tra Pasquale Marotta e Massimiliano Marzo, infatti, la giudice spiega che mancherebbero elementi che possano rendere forte la teoria di un patto corruttivo tra i due, nonostante la determina di aggiudicazione alla GPM Services sia comunque connotata da profili di illegittimità.
Non può bastare, quindi, quel rapporto di confidenza tra Pasquale Marotta e Massimiliano Marzo che sarebbe palese dalle intercettazioni e dalle frequenti visite dell’assessore a casa dell’imprenditore a Limatola.
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